varie, 29 marzo 2011
Giorgia Colasanti, 8 anni. Romana, «biondina, sempre sorridente», abitava in un appartamento signorile a Tor Pagnotta coi due fratelli di 10 e 12 anni, il padre ingegnere e la mamma Paola Albani, 46 anni, insegnante di educazione fisica da tempo in cura per una depressione
Giorgia Colasanti, 8 anni. Romana, «biondina, sempre sorridente», abitava in un appartamento signorile a Tor Pagnotta coi due fratelli di 10 e 12 anni, il padre ingegnere e la mamma Paola Albani, 46 anni, insegnante di educazione fisica da tempo in cura per una depressione. L’altra domenica dopo pranzo il padre portò i figli più grandi a fare un po’ di shopping e Giorgia restò in casa con la madre che d’un tratto, colta da raptus, prese a urlare, a sbattere porte e sfasciare piatti, e poi, impugnato un coltello da cucina, la inseguì per tutta casa finché non riuscì a infilarle la lama due volte nel petto, ma senza ammazzarla. Quindi la sollevò di peso, la portò nel balcone del loro appartamento al quarto piano, per un istante la fece penzolare nel vuoto gridando ai bambini che giocavano a pallone in cortile «attenti che vi cade addosso» e la buttò di sotto. Infine scavalcò la ringhiera e si gettò pure lei (la bambina morì sul colpo, la madre, in ospedale, dopo qualche ora d’agonia) Verso le sette di sera di domenica 27 marzo al civico 118 di via Lucio Lombardo Radice a Tor Pagnotta, tra l’Ardeatina e la Laurentina, a Roma.