Maurizio Stefanini, Libero 29/3/2011, 29 marzo 2011
ALL’EMIRO DI AL JAZEERA IL NOSTRO PETROLIO
Altro che duello tra Francia e Italia! Alla fine, è il Qatar che sta mettendo le mani sulla Libia. Già: il piccolo Emirato appena un po’ più grande dell’Abruzzo e con la popolazione della Liguria, e che così minuscolo ha però le dodicesime riserve mondiali di petrolio. E la terza di gas. E un Fondo Sovrano che è il nono del mondo, e che possiede il 15% della Borsa di Londra, e il 17% della Volswagen, e i famosi magazzini Harrods già proprietà di Mohammed AlFayed, ed è il principale azionista dell’altra grande catena di supermercati inglesi Sainsbury’s. E che si è visto assegnare i mondiali di calcio del 2022. E che pur non facendo parte della Nato ha mandato 12 caccia ad appoggiare l’Operazione Odissea all’Alba. E che è stato il secondo Paese al mondo dopo la Francia di Sarkozy a riconoscere il Consiglio Nazionale di transizione di Bengasi come legittimo governo libico. E che, dopo la riconquista dei ribelli del cruciale terminal petrolifero di Ras Lanuf, si è visto anche affidare dal Cnt l’esclusiva per l’imminente ripresa della commercializzazione del greggio, cui i ribelli dicono di voler procedere entro una settimana, in modo da poter finanziare lo sforzo risolutivo contro Gheddafi.
Dimenticavamo: e il Qatar è anche il Paese di Al-Jazeera. La televisione che sta pompando a fondo la presente ondata di rivolte arabe: al punto che prima ancora del riconoscimento formale del Cnt già a Bengasi era la curiosa bandiera “a punte” bianca e cioccolata del Qatar una delle tre più sventolate nelle manifestazioni, assieme al tricolore francese e a quello della Libia pre-gheddafista. E il Paese di Al-Jazeera è anche uno dei due soli Paesi del mondo arabo che sia stato finora risparmiato dall’ondata delle manifestazioni assieme agli Emirati Arabi Uniti: che sono quelli dell’altra televisione Al-Arabiya. Il bello è che i due Paesi che con le loro televisioni ultra-moderne istigano alla rivolta per la democrazia per conto loro sono invece governati dai due dei regimi più dispotici, anche se grazie alla loro ricchezza prodighi di sovvenzioni ai sudditi. In Qatar la dinastia degli Al-Thani regna dal 1825, i partiti sono vietati, e c’è solo un’Assemblea Consultiva senza poteri di 35 membri tutti nominati dal sovrano. Proprio grazie a questo potere monocratico, però, mentre Sarkozy affonda alle cantonali e la Merkel che appoggia Berlusconi è a sua volta sconfitta alle regionali, l’emiro Hamadbin Khalifa e il suo premier e cugino Hamad bin Jaber si muovono sicuri. L’interrelazione tra i Fondi Sovrano qatarino e libico costituirebbe il settimo della classifica, le riserve di petrolio libico sono quasi il doppio di quelle qatarine, e grazie alla Libia il Qatar si affaccerebbe sul Mediterraneo. Tra i due litiganti…
Maurizio Stefanini