Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 29 Martedì calendario

On. tedeschi multati se offendono - Chissà che cosa succederebbe a Roma, se Montecitorio e palazzo Madama applicassero le nuove regole del Bundestag, il parlamento federale tedesco

On. tedeschi multati se offendono - Chissà che cosa succederebbe a Roma, se Montecitorio e palazzo Madama applicassero le nuove regole del Bundestag, il parlamento federale tedesco. D’ora in poi a Berlino chi insulta l’avversario rischia una pesante multa. Dare del «kretin», penso non occorra traduzione, costerà mille euro. Un più volgare «arschloch», stronzo in una traduzione molto libera, arriva a 2 mila. Gli incorreggibili, alla seconda infrazione, pagheranno il doppio. In casi estremi la multa sarà di 5 mila euro. E bisogna pensare che un abgeordnete, un deputato, guadagna 7.380 euro al mese, nemmeno la metà di un suo collega italiano. Alla seconda parolaccia si vedrà confiscare il 50% dello stipendio, e non arriverà a fine mese, anche se qui la politica non costa come da noi. Il severo regolamento è stato votato da tutti i gruppi parlamentari, a eccezione della Linke, il partito dell’estrema sinistra, i cui eletti hanno il sangue caldo. Una riforma contro di noi, protestano, e denunciano la mancanza di democrazia: ci dovrebbe essere la libertà di parolaccia. Non basta. Il presidente del Bundestag, il cristianodemocratico Norbert Lammert, 62 anni, gentiluomo dei vecchi tempi, pretende di multare anche chi non si presenta vestito in modo dignitoso. Ma quanto farebbe pagare a chi divora una mortadella in parlamento o cerca di strozzare il collega che ha idee diverse dalle sue? Nel lontano 1985, l’allora giovane e magro Joschka Fischer, di mestiere tassista, divenne ministro all’ecologia nel parlamento dell’Assia. E si presentò al giuramento senza cravatta e in scarpe da tennis. Un’immagine che è entrata nella storia della repubblica federale. Oggi, le scarpe sono esposte in una bacheca del ministero degli esteri, occupato dal verde Joschka per sette anni, dal 1998 al 2005, quando fu costretto a sloggiare dalla vittoriosa Angela Merkel. A maggio uscirà un film sulla sua vita, e in un’intervista Fischer si pente di aver sfoggiato quelle scarpe: «Non pensavo che fosse un particolare così importante, mi sono pentito, non lo farei più». Anche perché oggi rischierebbe una multa da mille euro. E altri 2 mila almeno li pagherebbe per l’altrettanto storica parolaccia all’indirizzo del presidente del Bundestag, allora a Bonn: «Con il suo permesso, Herr Präsident», disse Joschka, «lei è un arschloch». Oggi, sfoggia abiti gessati e gilet che lo fanno assomigliare a un commesso viaggiatore texano. «Non si può permettere che il lavoro parlamentare venga disturbato dai soliti maleducati», spiega Lammert, «sono incorreggibili. Forse se saranno toccati nel portafoglio, impareranno l’educazione». Il presidente del Bundestag ha perso la pazienza, per le ripetute proteste di quelli della Linke, e anche di alcuni verdi, contro la costruzione della nuova stazione di Stoccarda. I deputati sono arrivati in aula indossando magliette con scritte di protesta. Uno spettacolo indegno, secondo Lammert, che ha imposto l’obbligo di giacca e cravatta. Almeno per la prima volta, chi sgarra pagherà «solo» 500 euro, quanto basterebbe per comprare una dozzina di cravatte, sia pure non firmate. Ma quali cravatte? A prima vista, i signori deputati non sembrano avere un gusto sicuro: toni sgargianti, pallini spaventosi, righe inguardabili. Oppure, si rifugiano sul sicuro: cravatte a tinta unita, magari con i colori del partito, verde, giallo per i liberali e rosso per i socialdemocratici che in realtà oggi si dovrebbero concedere al massimo un pallido rosa. Non ci sono indicazioni per le signore. Forse mi è sfuggito qualcosa, ma non mi sembra che siano apparse al Reichstag sfoggiando scollature vertiginose o tacchi da escort. La padrona di casa, Frau Angela, all’inizio si tagliava i capelli da sola (e si notava), oggi si presenta quasi sempre in giacca e pantalone. Non sarà elegante, ma alle elettrici piace una Cancelliera che non butta soldi in toilette.