Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 27 Domenica calendario

BOLOGNA E LA GAFFE DEL PD MEROLA. I SUOI: E’ A DIGIUNO DI CALCIO —

Se l’obiettivo era sottrarsi al rito un po’ trito del nuovo sindaco in visita pastorale allo stadio Dall’Ara nella prima domenica di campionato successiva all’elezione, allora Virginio Merola ha raggiunto maldestramente e con largo anticipo il suo scopo: se mai trionferà alle amministrative del 15 maggio (lui e il Pd sono dati favoriti), a nessuno del suo staff passerà mai per la testa di portarlo allo stadio con il rischio che si metta ad esultare per un gol degli avversari, non avendo la minima idea di quali sono i colori sociali del Bologna. «Virginio è totalmente a digiuno di calcio» è il mantra che viene dolorosamente ripetuto dai suoi in questo sabato di passione per il candidato pd. Che ha 56 anni, tre quarti dei quali utilizzati per costruirsi addosso, lui nativo di Santa Maria Capua Vetere, una bolognesità per nulla scontata come ha di recente confessato sul Corriere di Bologna a Olivio Romanini: «La cosa più difficile è stato accettare la pasta al ragù come la fanno qui: la nascondevo sotto al tavolo...» . Quisquilie rispetto a quello che ora dovrà far digerire ai suoi elettori. A mettere in croce Merola è una di quelle gaffe sulle quali l’italica coscienza pedatoria non contempla la prescrizione e nemmeno un caritatevole oblio. Ai microfoni di Punto Radio, il candidato pd è riuscito nell’impresa di «far retrocedere» il Bologna calcio in serie B («Spero vada in serie A» la frase testuale), ignaro o dimentico del fatto che la squadra di Malesani gioca da 3 anni nella massima serie, è in lizza per un posto in Europa League, ma soprattutto è diventata una sorta di laboratorio nazionale, passando, grazie all’intervento di Giovanni Consorte e testimonial come Gianni Morandi, da un imminente crac a una di quelle resurrezioni di cui la città, da tempo depressa, aveva decisamente bisogno. Al bar Ciccio, tempio della bolognesità, hanno passato la mattina a rileggersi la frase incriminata, poi si La sono arresi ai misteri del cosmo: «Ma in che mondo vive, questo: su Marte?» . Alla Camera dei deputati, il presidente Gianfranco la ai Fini ha fatto un salto sulla sedia e si è attaccato al telefono: «"Pierfi (che poi sarebbe Pier Ferdinando Casini, ndr), hai letto questa roba di Merola?"» . Bolognesi doc, presenze fisse al Dall’Ara, fondatori con il deputato pdl Giancarlo Mazzuca del Bologna fan club a Montecitorio, Fini e Casini non perdoneranno mai il «blasfemo» Merola. Il presidente della Camera: «Nessuno è obbligato a sapere di calcio, ma per un candidato che si definisce espressione della città questa è la peggiore delle gaffe...» . Poi, perfido: «Nemmeno Cofferati sarebbe arrivato a tanto: lo avrebbero avvertito prima...» . Dove il riferimento è allo scarso feeling tra il Cinese, ex sindaco, e la città. E Casini, scherzoso ma non troppo: «Pagina buia, Merola non è emendabile, si ritiri...» . Nemmeno Andrea Mingardi riesce a difenderlo: «L’ha fatta grossa» . Vallo a dire ad Alfredo Cazzola, ex patron del Bologna: «Ma quale gaffe! È che proprio non sa niente di calcio» . Il politologo Gianfranco Pasquino: «Sono errori frutto di una visione snobistica» . E Consorte, salvatore della patria rossoblù: «Forse l’ha tradito la stanchezza, però sono mesi che il Bologna calcio è in prima pagina...» . Qualcuno salvi il soldato Merola. Ci prova eroicamente Maurizio Cevenini, detto anche «il sindaco della curva» , tanto è amato dagli ultrà. Doveva correre da primo cittadino, ha dovuto rinunciare per problemi di salute e si è messo a disposizione di Merola: «È incredibile— sospira —, ma almeno riconoscete a Virginio il merito di aver ammesso subito l’errore: d’ora in poi, comunque, di calcio parlate solo con me...» .
Francesco Alberti