MARCO BELPOLITI, La Stampa 28/3/2011, 28 marzo 2011
Dopo la laurea dediche stile tv - Grazie a mio padre e mia madre che mi hanno sempre sostenuto con affetto…»; «Grazie a mio fratello così diverso da me…»; «Un grosso grazie alla mia nonna Chiara serena e tranquilla…»; «Grazie al professor XY per la sua disponibilità…»; «Alle mie amiche di sempre, Betty e Franci…»; «Grazie al mio gatto Pucci…»; «Grazie all’ultimo nato, Matteo, che ci ha sorriso sin dal primo giorno…»
Dopo la laurea dediche stile tv - Grazie a mio padre e mia madre che mi hanno sempre sostenuto con affetto…»; «Grazie a mio fratello così diverso da me…»; «Un grosso grazie alla mia nonna Chiara serena e tranquilla…»; «Grazie al professor XY per la sua disponibilità…»; «Alle mie amiche di sempre, Betty e Franci…»; «Grazie al mio gatto Pucci…»; «Grazie all’ultimo nato, Matteo, che ci ha sorriso sin dal primo giorno…». Il ringraziamento ha invaso le tesi di laurea. All’inizio, o alla fine dell’elaborato, ci sono righe e righe di dediche che coinvolgono tutti: dal nonno novantenne al nipotino neonato, dall’amica del cuore alle colleghe dell’università, dalle sorelle ai fratelli, e poi i vicini, i portieri, i bidelli, e anche gli animali di casa. Un tempo si ringraziavano bibliotecari ed emeroteche, fondazioni e professori, oggi invece si ringraziano tutti. Ci sono tesi di laurea che contengono oltre una pagina fitta di nomi. In un elaborato ho letto persino il ringraziamento alle maestre della scuola elementare, ai professori delle medie e del liceo, e al parroco. Un altro segno dei tempi? Probabilmente sì. Nel mondo accademico, cui appartiene il genere «tesi di laurea», i ringraziamenti ci sono sempre stati, ma a docenti, centri di ricerca, fondazioni, ecc. Trenta o quarant’anni fa i ringraziamenti con nomi e nomignoli si leggevano nelle buste dei dischi di gruppi musicali; poi sono migrati nei libri degli scrittori. Lunario del paradiso di Gianni Celati (1978) inserisce i ringraziamenti nel secondo capitolo, parte della narrazione stessa. A seguire Enrico Palandri in Boccalone (1979) e Pier Vittorio Tondelli in Altri libertini (1980); e ancora Andrea De Carlo che scrive ringraziamenti a metà strada tra la band e il giovane scrittore innamorato. Nelle tesi di oggi si leggono ringraziamenti che mobilitano la sfera emotiva e sentimentale, il privato, insomma, ed entrano, senza che nessuno se ne meravigli più, nel documento che certifica il raggiungimento di un titolo legale di studio. Un costume che più che attestare il raggiungimento di uno status d’autore, aver scritto un quasi-libro, mostra invece un’inclinazione televisiva. Leggere quei ringraziamenti è come ascoltare, o vedere, il ragazzo e la ragazza che si sporge dallo schermo e saluta tutti quelli che l’hanno aiutato ad arrivare sin lì. Ciao Mamma!