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 2011  marzo 28 Lunedì calendario

Rischio estinzione per il rinoceronte E tutto per un corno... - Per qualcuno il suo corno è afrodisiaco, per altri è antipire­tico e antitumorale, per altri an­cora è semplicemente estetico

Rischio estinzione per il rinoceronte E tutto per un corno... - Per qualcuno il suo corno è afrodisiaco, per altri è antipire­tico e antitumorale, per altri an­cora è semplicemente estetico. Morale, nel 2010 in Sud Africa, ogni 26 ore un rinoceronte è sta­to ammazzato e mutilato. E la mattanza continua incessante anche quest’anno. Siamo a quota 70. E chissenefrega se il grande erbivoro miope viene inserito dagli esperti nel triste elenco degli animali in via di estinzione. Una volta spariti dal pianeta, i bracconieri si accani­r­anno contro altri animali indi­fesi. Come i gorilla di monta­gna a­cui già ora mozzano le ma­ni per farne dei portaceneri. Op­pure decimeranno gli ultimi elefanti di foresta africani per mozzargli le lunghe e le dritte zanne buone per fare statuine o monili d’avorio.Ebbene sì,cari lettori, questa è una triste storia di cretineria umana, associata all’avidità per il soldo.Non a ca­­so l’Interpol ha stimato che, do­po il traffico di armi e quello di droga, il mercato degli animali e delle loro parti è il terzo più redditizio del mondo illegale, un vero business che, a differen­za dei primi due, nessuno cono­sc­e e che in pochi cercano di ar­restare perché definito «meno importante».Ma è una questio­ne di punti di vista. Se pensia­mo all’equilibrio naturale e al­l’amore che molti umani han­no per gli animali, il problema è grandissimo. Il World Conser­vation Union ha stimato che il 23% dei soli vertebrati è a ri­schio di estinzione (1.130 spe­cie) tra cui spicca il panda gigan­te, la tigre, il gorilla, l’orso pola­re, l’elefante e il rinoceronte,ap­punto. Che viene sterminato per farne polvere di corno da esportare verso l’estremo Oriente.Cosa ci fanno?«La me­dicina tradizionale cinese la usa come componente antitu­morale – spiega Davide Bom­ben, presidente dell’Associa­zione italiana esperti d’Africa – oppure come antipiretico e si dice sia usato come terapia con­tro l’impotenza. In realtà la pol­vere del corno non ha nessun potere specifico, contiene che­ratina, che si trova anche nelle nostre unghie». Ma vallo a far capire ai cinesi o ai coreani. Op­pure vai a spiegare ai thailande­si che il corno del rinoceronte trasformato in manico di pu­gnale non trasferisce il potere della bestia a chi lo compra. Le tradizioni sono dure a morire. Anzi. Stanno diventando un mercato talmente florido che i bracconieri si fregano le mani e i rinoceronti cominciano a spa­rire anche dai parchi naturali ad opera, pensate un po’, degli stessi veterinari. In Vietnam, per esempio, un rinoceronte di Giava, rarissimo (3-4 esempla­ri in tutto) è stato trovato morto con il corno amputato. E in Afri­ca succede di peggio. Nel 1970 la popolazione totale dei rino­ceronti ammontava a 70.000 esemplari. Nel 2007 si è scesi a quota 11.000 fra bianchi e neri. Attualmente gli sforzi di chi combatte il bracconaggio ha ri­popolato le fila dei grandi erbi­vori ma questa lotta tra i buoni e i cattivi è impari. Da una parte ci sono i volenterosi ranger ,dal­l’altra i bracconieri, sempre più specializzati perché - come di­ce Bomben «non usano più l’in­­fradito, ma gli infrarossi». Così lo sterminio è assicurato, equa­mente distribuito tra Kenia, Zimbawe, Tanzania e Sud Afri­ca a cui va la maglia nera. Ma il business è invitante. Un gram­mo di polvere magica vale più di un grammo d’oro. E in Viet­na­m ci sono clienti disposti a pa­gare una fortuna pur di provare questa polvere afrodisiaca (!) Ma ci sono stravaganti ricconi che amano posare la cenere del­l­e loro sigarette su mani di goril­la di montagna e così i bracco­nieri ammazzano gli esempla­ri, mozzano loro le mani e le vendono al miglior offerente. Altri scimpanzé, invece sono uccisi per il loro cervello, buo­no a tavola, mentre le zanne dei poveri elefanti vengono trasfor­mate in monili di vario tipo. Ac­canto alle stravaganze, una cat­tiveria, ancora più gratuita. Se un leone assalta una mucca o una capra, viene giustiziato con il carbofuradan, un anticrit­togamic­o con cui viene cospar­sa una carcassa che attrae il feli­no. Dopo averla mangiata, si contorce per una settimana dai dolori prima di raggiungere la «serenità» della morte.