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 2011  marzo 28 Lunedì calendario

«Mi rigettano nel fango ma io fermo la macchina» - Ecco di nuovo il suo nome sui giornali. In compagnia di veli­ne ed escort di lusso, sempre per inchieste a dir poco piccanti

«Mi rigettano nel fango ma io fermo la macchina» - Ecco di nuovo il suo nome sui giornali. In compagnia di veli­ne ed escort di lusso, sempre per inchieste a dir poco piccanti. E questa volta particolarmente illu­­stri, visto che c’è di mezzo anche l’ormai famosa Ruby e che il pri­mo accusato è il premier Silvio Berlusconi. Raffaella Zardo legge e stupi­sce, s’infuria,nega tutto e annun­cia azioni legali. «É tutto falso, dalla A alla Zeta». Le è bastato tro­varsi al centro del primo scanda­lo «Vallettopoli», nel ’96, quello dei provini a luci rosse, che tra­volse Gigi Sabani e Valerio Mero­la. Da accusatrice divenne accu­sata, di induzione alla prostitu­zione. Finì agli arresti domicilia­ri e solo 2 anni dopo venne pro­sciolta. Ora che è tornata alla tele­visione, prima come meteorina di Emilio Fede e poi alla condu­zione di «Sipario», il rotocalco ro­sa del Tg4, sembra che il passato ritorni. Scrivono che secondo un’in­formativa della polizia di Mila­no del luglio 2010 cinque escort, tra cui Karima El Marou­gh, facevano capo a lei per la lo­ro «attività di meretricio ses­suale » in grandi hotel milane­si. Che cosa c’è di vero? «Assolutamente niente. Sono sconvolta da quello che ho letto su di me: io non ho mai fatto cose del genere. E poi, non conosco nessuna delle persone citate ne­gli articoli». Almeno una e proprio Ruby la conosce, visto che è stata lei a presentare il concorso in Sici­lia «Una ragazza per il cinema» del 2009, in cui la giovane ma­rocchina si sarebbe fatta nota­re da Emilio Fede, che presiede­va la giuria. «Conoscere è una parola gros­sa. Sfilavano 120 ragazze quella volta e mica le ho conosciute. Le ho incontrate, diciamo così». A gennaio,in un’intervista te­levisiva lei ha negato di ricor­darsi di Karima. «E infatti non la ricordavo pro­prio. Poi, mi hanno fatto vedere una mia foto con lei e ho ricostrui­to che era una delle concorrenti. In tante, dopo la manifestazio­ne, mi hanno chiesto di fare una foto insieme e ho detto di sì. Ma tutto è finito là». Insomma, dopo quel concor­so, lei non ha più avuto occasio­ne d­i incontrare altre volte la ra­gazza marocchina o di sapere se erano nati dei rapporti di qualche genere con Fede o Ber­lusconi? «Assolutamente no. Non ne ho mai sentito neppure parlare di questa Ruby. Per questo proprio non capisco come si faccia a scri­vere ora cose così false». Anche il nome che viene fatto di uno dei presunti clienti di queste escort, Giovanni Cala­brò, non le dice niente? «Niente. Tanto che leggendo quegli articoliall’inizio ho pensa­to che ci fosse uno sbaglio, uno scambio di persona». E ora, invece? «Adesso non so. Mi viene an­che il sospetto che qualcuno vo­glia farmi del male. Spero che si faccia chiarezza al più presto. E ho dato mandato al mio avvocati di prendere le iniziative legali ne­cessarie per dimostrare la mia completa estraneità a questa sto­ria ». Prima di ora non è mai stata informata di essere al centro di un’indagine,di avere l’attenzio­ne della questura di Milano? «No, mai avuto alcuna notizia nè alcun sospetto di questo». A leggere i giornali, in cui si dice che lei sarebbe stata «infor­mata periodicamente» dell’at­tività di queste cinque ragazze e di altre, sembra di capire che potrebbero esserci intercetta­zioni telefoniche. «É assurdo. Non può esserci nessuna intercettazione che di­ca questo. Non so come siano na­te queste notizie, ma non hanno alcuna base». Potrebbe essere la sua vici­nanza a Fede, uno degli indaga­ti a Milano, ad aver favorito il suo coinvolgimento? «Tutto può essere». Nel ’96 fu accusata di aver in­dotto alla prostituzione delle vallette ed è lo stesso reato con­testato ora a Fede, Mora, la Mi­netti e Berlusconi, per il caso Ruby. «Mi sembra di rivivere un incu­bo. Allora ne sono uscita bene, con l’assoluzione. Ma questo si­stema prima rovina le persone e poi dice che sono innocenti. Se qualcuno voleva darmi di nuovo in pasto a chi sguazza negli scan­dali, c’è già riuscito. Ma stavolta fermerò subito la macchina». In questi anni lei è diventata giornalista: vuole sempre di­ventare direttore del Tg4, come disse nel 2007? «Era solo una battuta. Scherza­vo. Spero che il nostro direttore rimanga al suo posto più a lungo possibile, perchè è lui il simbolo del Tg4».