Cristiano Gatti, il Giornale 26/3/2011, 26 marzo 2011
Tutti al lavoro. Per tradire meglio - Nomi non se ne fanno, ma ognuno sa di chi si sta parlando. Gli adulteri sono come i vecchi elettori della Dc: non se ne incontra in giro uno pronto a dichiararsi apertamente, ma sono tantissimi e ovunque
Tutti al lavoro. Per tradire meglio - Nomi non se ne fanno, ma ognuno sa di chi si sta parlando. Gli adulteri sono come i vecchi elettori della Dc: non se ne incontra in giro uno pronto a dichiararsi apertamente, ma sono tantissimi e ovunque. Negano tutto, negano sempre. Sono allenati da settimane, mesi, anni di raggiri, menzogne, sotterfugi ed espedienti. Sono fermamente convinti d’essere inafferrabili, al di sopra di qualsiasi sospetto. Ma ovviamente è una puerile illusione. Sono talmente clandestini e mimetizzati, che l’Associazione degli avvocati matrimonialisti praticamente la loro personalissima «Emergency» - è in grado di fotografarli con una raffica di dati e statistiche precisa al millesimo. Tanto per essere chiari, è giusto si sappia che le corna rappresentano in Italia la causa prima di separazioni e divorzi: quantificando, 40 per cento. Ma quello che l’analisi degli avvocati rivela meglio è l’habitat naturale del tradimento: 60 per cento dei casi sul posto di lavoro. Relazioni stabili, vite parallele che possono durare anni, all’insaputa dell’ignaro tradito, il quale molto spesso conosce personalmente il rivale e ne sente pure parlare malissimo dal subdolo coniuge. Spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Assomatrimonialisti: «Chi lavora trascorre molto più tempo con il collega che con il coniuge. Questo influisce parecchio sulla tentazione di allacciare legami nuovi. Non a caso, gli stessi investigatori privati partono sempre con le indagini dall’ambiente di lavoro. L’Italia è prima in Europa come numero di relazioni extraconiugali sul posto di lavoro. Seguono Germania, Francia e Inghilterra ». Fatichiamo nelle Coppe, ma siamo primi in corna. E almeno queste non andiamo a farle sottobanco in Cina. La difesa del made in Italy ha pure i suoi luoghi privilegiati. Primo fra tutti Milano. Seguono Roma, Bologna, Torino e al sud Napoli. In questa fiorentissima Silicon Valley delle corna italiane, spiccano per produttività ospedali e cliniche, quindi studi professionali, poi - alle volte, le scoperte qui da noi, nelle redazioni giornalistiche. Con scientifica precisione, gli esperti certificano che nel computo generale spicca anche una buona percentuale di tradimenti a sfondo omosessuale: 7 per cento dei mariti, 5 delle mogli. Per la serie le sorprese non sono mai finite. Inutile specificare che queste corna aziendali finiscono il più delle volte per ripercuotersi sul rendimento dei due lavoratori, molto più impegnati a intrattenere puccipucci da una scrivania all’altra e a imbastire balle ecocompatibili che a sbrigare pratiche. Il fenomeno è talmente allarmante - così pare - che in alcuni Paesi le grosse aziende hanno preso a inserire nei contratti di assunzione clausole anti-corna. In Svizzera, ad esempio, esistono accordi con espresso divieto per il dipendente di allacciare relazioni interne, pena il licenziamento automatico. Ma com’è e come si muove, generalmente, questa bestia predatrice che si costruisce una seconda vita con il collega della contabilità o con la segretaria dell’ufficio sinistri? Gli avvocati matrimonialisti, profondi conoscitori dello scaltro animale, forniscono una guida pratica per eventuali osservazioni. Eccola. Il traditore cambia rapidamente atteggiamento con il coniuge, rifiutando dialoghi, confidenze e soprattutto quell’altro genere di confidenze. Il cornuto o la cornuta cominciano a chiedersi dei perché, il traditore inventa di tutto e giura su tutto, prenotandosi una suite imperiale nell’eventuale inferno che verrà. A forza di mentire, però, l’errore è perennemente in agguato. La statistica dei casi che finiscono in tribunale segnala i più fatali. Innanzi tutto, lo sappiamo bene, l’adultero traffica in modo pazzesco con il cellulare, in entrata e in uscita, salvo poi farlo trovare spento per ore quando da casa lo cercano. Secondariamente, a forza di stressanti acrobazie, arriva il momento in cui l’attenzione ha un inevitabile calo: sì, è il fatidico momento del computer di casa lasciato improvvidamente acceso sulla mail atomica, o della ricevuta di un albergo dimenticata in tasca, nonché delle intramontabili tracce di phard, rossetto, profumo, cotonature, tutte cose che i Ris hanno cominciato a prendere in esame molto tempo dopo i coniugi sospettosi. Classico anche l’improvviso cambio del guardaroba, o l’iscrizione ai corsi in palestra, «così, perché voglio cominciare a sentirmi meglio e a volermi bene». La cosa veramente sorprendente è che ci sono ancora mogli e mariti disposti a bersi tranquillamente certe bischerate. Del resto,un po’ indomito e un po’ fantozziano, l’adultero è in perenne estasi creativa. Certo, la sua non è vita facile. Spesso inventa una tale mole di scuse e di bugie da finirne inevitabilmente stritolato, perché non è umanamente sostenibile un simile stress mnemonico per un tempo così lungo. Oltre tutto, gli avvocati matrimonialisti mettono in guardia: attenzione, i cornuti si stanno attrezzando. Negli ultimi dieci anni si segnala in grande espansione il mercato dei dispositivi elettronici anti-corna. Benchè vietati dalla legge, vengono acquistati sul mercato nero e su Internet, per essere dispiegati nel fai-da-te investigativo. Mogli e mariti detective piazzano registratori, videocamere, cimici, persino software per risalire alla password della posta elettronica, quindi si mettono comodi e aspettano pazienti la madre di tutte le prove. È un penoso destino: in un modo o nell’altro, prima o poi, il traditore ci lascia la zampa. Senza fare nomi, sappiamo tutti di chi stiamo parlando.