Il Messaggero 27/3/2011, 27 marzo 2011
DEPRESSIONE, TROPPE DIAGNOSI. MA LA TRISTEZZA NON È MALATTIA
ROMA - È boom di casi di depressione diagnosticati nel mondo occidentale ma, potrebbe essere il risultato di un’eccessiva medicalizzazione del sano «sintomo tristezza» e di criteri diagnostici ancora dubbi: Quindi, un eccesso di diagnosi e cure. È una delle tesi emerse al convegno “Ai confini della mente e oltre” che si è svolto a Milano. «Questa confusione - spiega Paolo Cioni, docente alla scuola di specializzazione in Psichiatria a Firenze - ha portato all’esplosione dei tassi di depressione rilevati nelle indagini epidemiologiche e all’aumento esponenziale del numero dei casi trattati e alla crescita dell’uso di antidepressivi, triplicato tra 1988 e 2000, con un incremento di 6 volte della relativa spesa farmaceutica». In Italia i dati OSMED mostrano che il 12% della spesa farmaceutica riguarda antidepressivi e ansiolitici.
E non mancano gli allarmi per il futuro: l’OMS infatti prevede che la depressione sarà nel 2020 la seconda causa di disabilità dopo le malattie cardiovascolari. Ma il mondo è veramente così depresso? «Ansia e depressione sono sentimenti che emergono spesso nella vita quotidiana e - spiega Cioni - prima ancora di essere fonte di sofferenza e impedimento (e quindi malattia), assolvono a uno scopo: l’ansia per esempio è una reazione di allerta di fronte a un pericolo per attivare una serie di funzioni di difesa». Questo vuol dire che troppo frequentemente ancora non viene fatta una corretta diagnosi di depressione: quando, cioè, la malattia viene definita come tale e quando è uno stato d’animo scatenato da particolari situazioni come è un lutto o una separazione.
Certo è che ci sono sempre più psicofarmaci nelle tasche degli italiani che, nell’arco di una decina di anni, ne hanno triplicato l’uso. Il trend nazionale, confermato dai dati dell’ultimo rapporto Osservasalute, mostra un forte aumento del consumo di antidepressivi: è salito del 310% dal 2000 al 2008. Nonostante qualche dubbio che si sta diffondendo all’interno della comunità scientifica sulla veridicità della diagnosi di depressione e, quindi, delle terapie da utilizzare, l’aumento dell’utilizzo degli antidepressivi interessa, indistintamente, tutte le Regioni. Quelle del Centro Nord (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria) risultano avere maggiori consumi rispetto a quelle del Sud (Puglia, Basilicata, Molise). In Italia un adulto su quattro, nel corso della vita, è interessato da un episodio di depressione maggiore, le donne più colpite degli uomini (12,8% contro il 5,9%).