Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 28/03/2011, 28 marzo 2011
«HO RADUNATO I MILITANTI CON 600 SMS. SOTTOSEGRETARIO, MA DAL MARTEDI’ IN POI» —
«Mhmm... Sì, certo... alla fine ho spedito circa 600 sms... Ma, scusi, perché le sembra così strano?» . Beh... «E li ho pure firmati, naturalmente: senatore Mario Mantovani. No, mi spieghi: qual è il problema?» . Senatore, a chi li ha spediti questi sms? «A militanti del Pdl lombardo, simpatizzanti, rappresentanti di lista... Tutta gente che vuole bene al nostro carissimo presidente Berlusconi» . Posso sapere qual è il testo degli sms? «E perché no? E mica è un segreto... Allora, il messaggio era questo: "Domani il Presidente Berlusconi è a Milano. Mostriamogli, come sempre, il nostro affetto". Tutto qui, niente di clamoroso» . Senta: e dove dovrebbero andare a dimostrarglielo questo affetto? «Che domande... Tutti leggono i giornali, tutti ascoltano i tigì: si sa benissimo dove dovrebbe comparire Berlusconi. Egli dovrebbe comparire, purtroppo, a Palazzo di Giustizia, qui a Milano» . E così lei gli ha organizzato una manifestazione di affetto... «Beh, ovviamente mi sembra chiaro che la manifestazione non sarà solo d’affetto...» . No? «Proprio no. Anzi: penso che sarà anche e soprattutto una manifestazione politica» . Una manifestazione politica fuori da un tribunale è... «È cosa? Eh? Vogliamo forse negare che Berlusconi sia un perseguitato? No, dico: uno per 60 anni fa una bellissima vita da imprenditore, tutto gli fila giustamente liscio poi però decide di entrare in politica per il bene del Paese e tac! cominciano ad inseguirlo i magistrati di ogni Procura. Le sembra normale? No, mi spieghi se è normale...» . Senatore, i magistrati fanno il loro lavoro. «Io invece penso che ogni tanto esagerino con la persecuzione politica nei confronti di Berlusconi» . Senatore, lei sta dicendo cose gravi alla vigilia di una manifestazione convocata fuori dal tribunale di Milano. «Gravi? Ma proprio per niente. Sto dicendo la verità. Ce l’hanno, palesemente, con lui, con il nostro grandissimo presidente del Consiglio!» . Non crede che seicento persone in adunata fuori dal tribunale possano dare la sensazione di una intimidazione? «No, non credo, non penso... Del resto noi siamo il Popolo della Libertà, no? E poi...» . Continui. «E poi, su, lo sapete bene, voi giornalisti: i magistrati sono forse una categoria che si lascia intimidire?» . Lei, senatore, ha anche un importante ruolo istituzionale: è sottosegretario di Stato alle Infrastrutture. Forse un tono meno... «Meno cosa? E poi io non sto mica facendo il sottosegretario...» . Scusi: ma lei non è Mario Mantovani, senatore del Pdl? «Sì, certo» . E allora, mi perdoni, Stato? «Diciamo che in una circostanza delicata come questa, che ha per scena il tribunale di Milano, io de-è anche sottosegretario di Stato. «Sì, ma non adesso» . Non la seguo. «Vede, è facile: io, qui, anche ora che sto ragionando con lei, sono essenzialmente il coordinatore del Pdl lombardo. Punto. E da coordinatore, perciò, parlo e mi comporto» . E gli altri incarichi? «Gli incarichi da senatore e da sottosegretario li esplico, con la passione e l’entusiasmo che mi auguro siano noti, dal martedì in poi, a Roma» . Cioè lei a Milano smette di essere senatore e sottosegretario di vo soprattutto sentirmi il coordinatore di un partito che ha come leader il nostro grandissimo presidente Berlusconi» . Secondo alcuni osservatori, la folla di berlusconiani fuori dal tribunale di Milano ricorda un po’ la tragica scena finale del film di Nanni Moretti, «Il Caimano» . «Io non l’ho visto quel film» . È una scena che posso riassumerle io: c’è la folla che prima applaude Moretti-Berlusconi all’uscita dal tribunale, e poi aggredisce i magistrati. «Noi non aggrediremo nessuno. E tuttavia le ripeto: siamo convinti che, spesso, nei confronti di Berlusconi, la magistratura esageri, degenerando in una vera e propria persecuzione» . Senatore, un’ultima domanda: lei pensa che la legge debba essere uguale per tutti? «Assolutamente sì! Io credo che tutti i cittadini italiani siano, debbano essere uguali innanzi alla giustizia. Quindi non possono essere al di sopra, ma neppure, come dire? al di sotto... Sono stato chiaro, o no?» . (Mario Mantovani ha 61 anni, una moglie, due figli, e abita ad Arconate, in provincia di Milano, dove è sindaco; molto legato anche alla famiglia del premier, ha conferito la cittadinanza onoraria a mamma Rosa, scomparsa nel 2008).
Fabrizio Roncone