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 2011  marzo 26 Sabato calendario

L’IRAQ STANZIA 700 MLN PER COLTIVARE IL DESERTO


Non solo petrolio. Negli ultimi mesi le dune dell’Iraq sembrano destinate a trasformarsi in un terreno di conquista anche in campo agricolo. A tal punto che gli Stati Uniti sono sbarcati in forze a Baghdad con una delegazione di 39 funzionari tra agronomi e ingegneri di stanza in ambasciata, disposti ad accaparrarsi il grosso della torta.
E i numeri non sono per niente trascurabili se si tiene presente che nel corso del 2011 il conto agricolo del paese si attesterà a 10 miliardi di dollari contro i 6 stimati inizialmente dal governo. Un business di tutto rilievo, al momento frammentato all’80% in importazioni provenienti dall’estero su cui gli Stati Uniti mirano a mettere le mani. Gli stessi iracheni non ne fanno mistero. A tal punto che il ministro dell’agricoltura di Baghdad ha assicurato sgravi di varia natura agli stranieri (americani in primis) che volessero investire nel paese per far fronte alle carenze produttive con l’obiettivo di raggiungere la totale indipendenza dall’import straniero di prodotti agricoli entro i prossimi tre anni. «Attualmente la nostra produzione interna di 4 milioni di tonnellate ci consente di ottenere raccolti di cereali capaci di soddisfare la metà delle nostre necessità», ha spiegato il primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki. «E questo è il risultato di uno sforzo congiunto del governo e delle forze straniere che hanno concesso l’elargizione di finanziamenti agricoli a tassi agevolati per o sviluppo di nuove colture». Secondo il premier di Baghdad, il prossimo passo sarà la costituzione di scorte di cereali. Per questo, il Grain Board del paese a siglato a febbraio 12 contratti per l’acquisto di 850 mila tonnellate di farina provenienti da Usa e Australia. Mentre proprio oggi, si terrà una nuova asta per la fornitura di ulteriori 100 mila tonnellate. Al di là del business legato alla coltivazione di alimenti, poi, le imprese straniere hanno messo gli occhi anche su un altro terreno di caccia particolarmente allettante in un paese dominato dalla sabbia, ovvero la desertificazione del terreno e l’irrigazione dei campi. In questo ambito, il governo iracheno ha pianificato infatti investimenti per 700 milioni di dollari in impianti di irrigazione per agevolare la coltura del granturco. Un bel fiume di denaro, capace di scatenare una nuova guerra per l’accaparramento dell’acqua.