Elio Trifari, La Gazzetta dello Sport 27/3/2011, 27 marzo 2011
LA STORIA DELLO SPORT ITALIANO 2 - UNO SVIZZERO CI REGALA LA GINNASTICA
Ci eravamo lasciati con un’Italia non ancora unita, e sportivamente ai primi vagiti. Un insperato soccorso ci arriva dalla Svizzera. Il conte Cesare di Saluzzo, Ministro della Guerra dei Savoia, riceve l’incarico da re Carlo Alberto di assicurare una completa educazione al principino Vittorio Emanuele (futuro Vittorio Emanuele II). Per l’educazione fisica, scova in Svizzera un ginnasta nato a Zurigo nel 1812, Rudolf Obermann, reduce dal successo nel secondo concorso nazionale di ginnastica, uno studente di Teologia che si fa subito benvolere a Corte. A lui viene affidata la preparazione fisica degli allievi del Corpo di Artiglieria; ed è lui a fondare, assieme a un gruppo di notabili piemontesi, la prima vera società sportiva italiana, la Reale Ginnastica Torino, che nasce il 9 giugno 1844 (maggiori notizie sullo splendido sito del club, http://www. museorealeginnastica. it/). Scuole Obermann è esponente di una delle due scuole di ginnastica che si sono diffuse in Europa, quella tedesca, di ispirazione militare, che si basa non solo sugli apparati, ma anche e soprattutto su corse, salti e lanci, discipline che soltanto diversi decenni dopo entreranno a far parte, nel nostro Paese, dell’atletica leggera. Alla ginnastica tedesca si contrappone quella svedese, elaborata da Ling, basata essenzialmente sugli attrezzi (ricordate a scuola il quadro svedese?): i due metodi battaglieranno in Italia per oltre mezzo secolo, prima di essere armonizzati. La Ginnastica Torino organizza scuole gratuite per fanciulli, corsi per maestri ed educatori, e dal 1867 il primo corso di ginnastica (seguito da due di nuoto ed equitazione) per maestre, che destano scandalo nella società sabauda. Alle prime dimostrazioni delle spudorate fanciulle fa riferimento il romanzo di Edmondo de Amicis, «Amore e ginnastica» (1892), tradotto da Luigi Filippo d’Amico nel 1973 in un bel film con Senta Berger, la provocante educatrice, e Lino Capolicchio. UnitàMatornando all’Italia, prima dell’Unità vera e propria, il germe di Obermann si diffonde: nascono scuole e club a Savona e Genova, a Venezia e Livorno, a Pisa e a Napoli. Quattro giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, Faenza vara la prima Polisportiva del nostro Paese, «I Fiori» , costruita come società «di mutuo soccorso» , un’associazione di solidarietà fra operai la cui formula diventerà popolarissima nella seconda metà dell’Ottocento. Nel 1866 nasce a Livorno ad opera di Costantino Reyer il periodico «La Ginnastica» ; nel 1869, anno della morte di Obermann, viene costituita a Genova la prima federazione italiana, la Federazione Ginnastica Italiana, con appena 6 società: in Germania se ne contano 2000… La parola passa quindi ai club, e da essi dovrebbe essere trasferita al mondo della scuola. Come, e con quanta fatica, lo vedremo la prossima volta.