varie, 28 marzo 2011
I francesi si sono presi Parmalat. Tremonti si prepara a bloccarli - La Procura di Milano pensa che in febbraio ci siano stati strani movimenti sul titolo Parmalat, e ha aperto un’inchiesta
I francesi si sono presi Parmalat. Tremonti si prepara a bloccarli - La Procura di Milano pensa che in febbraio ci siano stati strani movimenti sul titolo Parmalat, e ha aperto un’inchiesta. Venerdì è stato interrogato l’a.d. del gruppo, Enrico Bondi, che ha presentato l’esposto da cui è partita l’indagine. Il pericolo legato alla Parmalat è che se la sta comprando un’azienda francese, Lactalis. Il magistrato sospetta che in febbraio, quando nessuno sapeva niente dell’operazione, tre fondi esteri abbiano speculato sul titolo in Borsa profittando di informazioni riservate. I tre fondi – Zenit, Skagen e MacKenzie – detenevano allora il 15,3% di Parmalat. Che hanno poi venduto a Lactalis. A parti invertite Parmalat non avrebbe potuto comprare Lactalis perché i francesi hanno varato una legge in base alla quale determinati comparti produttivi – 11 per il mondo, 7 per i partner europei – sono stati proclamati di interesse nazionale e prima di comprare uno straniero deve chiedere il permesso al governo. Tra i comparti sotto tutela c’è l’alimentare. In Italia non abbiamo una legge simile. Il ministro Tremonti, per respingere l’attacco della Lactalis, ha varato un decreto che permette di tenere le assemblee più tardi di quanto previsto. Cioè, la Lactalis ha prima comprato in Borsa un po’ meno del 15% della Parmalat. Poi ha persuaso i tre fondi esteri (Zenit, Skagen e MacKenzie) a vendergli il loro 15%. Il padrone della Lactalis, monsieur Emmanuel Besnier, s’è presentato ai tre fondi con 744 milioni di euro e ha detto: avete tempo a vendere fino alla mezzanotte di oggi, dopo di che mi ritiro. L’offerta era irresistibile: 2,8 euro ad azione, mentre durante il rastrellamento precedente il titolo era arrivato al massimo a 2,6. Ora, con quasi il 29,9% delle azioni in mano, i francesi possono eleggere un consiglio d’amministrazione controllato da loro. Certi dicono 6 consiglieri su 11, altri 9 su 11. Il cda è stato convocato per il 14 aprile, e quel giorno i francesi potrebbero diventare padroni in tutti i sensi: hanno le azioni e, con il loro cda, avrebbero il governo del gruppo. Ma il decreto di Tremonti stabilisce che l’elezione del consiglio d’amministrazione si può rinviare e che quindi si può guadagnare tempo. Un problema è: se il cda sarà rinviato, che cosa farà Tremonti nel frattempo? Potrebbe, per esempio, far passare in Parlamento una legge uguale a quella francese, e nessuno avrebbe titolo per recriminare.