varie, 28 marzo 2011
Chi deve fare la guerra al Rais? L’Italia si mette contro la Francia - Martedì, a Londra, si riuniranno i ministri degli Esteri del “gruppo di contatto”, cioè dei paesi della coalizione dei volenterosi che hanno attaccato la Libia il 19 marzo, dando così seguito alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu
Chi deve fare la guerra al Rais? L’Italia si mette contro la Francia - Martedì, a Londra, si riuniranno i ministri degli Esteri del “gruppo di contatto”, cioè dei paesi della coalizione dei volenterosi che hanno attaccato la Libia il 19 marzo, dando così seguito alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. All’incontro parteciperanno anche il ministro degli Esteri turco, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, oltre che ai rappresentanti degli oppositori libici, della Lega Araba e dell’Unione Africana. Il presidente francese Nicolas Sarkozy venerdì ha annunciato che in quella sede arriverà una proposta franco-britannica «per mostrare che la soluzione non può essere solo militare, sarà necessariamente una soluzione politica e diplomatica». Secca la replica dell’Italia. Franco Frattini, ministro degli Esteri: «Anche l’Italia ha le sue idee e le sue proposte e le farà valere nelle sedi opportune». La risoluzione dell’Onu, proposta da Francia e Gran Bretagna e approvata con l’astensione di Russia, Cina, Germania, India e Brasile, prevede: il monitoraggio navale per l’embargo sulle armi; la No-Fly Zone, che comprende la possibilità di attacchi aerei per difendere i civili secondo il principio dell’autodifesa; la No-Fly Zone Plus, che comprende la possibilità di attacchi aerei per neutralizzare obiettivi a terra in base al «diritto di proteggere». Il punto della discordia riguarda il ruolo che dovrà avere la Nato nell’operazione. L’Alleanza, inizialmente restia a prendere il controllo totale, è arrivata faticosamente a un compromesso. Da martedì infatti il comando operativo passa alla Nato (che farà base a Napoli e sarà gestita dal generale Charles Bouchard, canadese). Viene superato dunque il compromesso raggiunto alla riunione del consiglio Atlantico: la Nato assumeva il comando diretto delle operazioni militari di mantenimento della No-fly zone ma non degli eventuali altri attacchi aerei di Paesi della coalizione contro truppe a terra, postazioni e mezzi blindati di Gheddafi. Ora invece tutte le operazioni militari saranno coordinate e guidate dalla Nato. Sarkozy ha insistito sul fatto che l’aspetto fondamentale della missione è quello di avere una «guida politica», perché «non sono le forze della Nato che vanno a proteggere la popolazione libica, ma le forze di una coalizione di undici Paesi, tra cui due Paesi arabi (Emirati Arabati Uniti e Qatar, ndr)».