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 2011  marzo 28 Lunedì calendario

Rivoluzione anche in Yemen. Il Bahrein vuole la Costituzione - Nello Yemen sembra ormai destinato al fallimento il progetto “riformista” del presidente Ali Abdullah Saleh, in carica dal 1978: la strage di Sanaa del 18 marzo (oltre 50 morti) lo ha segnato forse per sempre, tanto che alcuni generali si sono uniti ai manifestanti

Rivoluzione anche in Yemen. Il Bahrein vuole la Costituzione - Nello Yemen sembra ormai destinato al fallimento il progetto “riformista” del presidente Ali Abdullah Saleh, in carica dal 1978: la strage di Sanaa del 18 marzo (oltre 50 morti) lo ha segnato forse per sempre, tanto che alcuni generali si sono uniti ai manifestanti. A capo di un Paese strategico per il transito verso il canale di Suez, Saleh è un alleato degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita nella lotta al terrorismo. In queste settimane ha fatto una serie di concessioni, promettendo che non si sarebbe ricandidato e non avrebbe spianato la strada alla successione del figlio. Ha ridotto le tasse e aumentato i salari dei dipendenti pubblici e dei militari, proposto una nuova costituzione per dare potere al Parlamento e sciolto il Governo, promesso elezioni entro gennaio, ma queste concessioni non sono bastate a convincere chi ne chiede l’immediata uscita di scena. Giovedì Saleh e il potente generale Ali Muhsen al Ahmar, passato con i rivoltosi, si sono incontrati per intavolare una trattativa: sembrava avessero raggiunto un’intesa, dimettersi per evitare un bagno di sangue. Il compromesso è svanito venerdì, “giornata della dipartita”, con la discesa in piazza di decine di migliaia di oppositori contrari ad ogni accordo. Saleh ha annunciato che «resisterà fino alla fine» e che, eventualmente, cederà il potere solo «in mani sicure». Il generale Ali Muhsen non sembra una valida alternativa: colpevole della repressione nel Nord del Paese, secondo un documento diplomatico reso noto da WikiLeaks sarebbe «il maggior beneficiario del contrabbando di gasolio». Per evitare uno scenario “alla libica” (guerra civile) servirebbe una mediazione dei sauditi, che sono però decisamente dalla parte dei rivoltosi. Farian Sabahi: «Anche se auspicano una transizione moderata per mantenere la stabilità, è difficile che si mettano in gioco per salvare Saleh (sciita della corrente zaidita) come fanno invece con gli al-Khalifa (sunniti) del Bahrein». Il Bahrein, piccola isola del Golfo, è ormai teatro di uno scontro fra le comunità religiose. Il 25 marzo, nel “venerdì della rabbia”, le forze dell’ordine hanno attaccato a Manama i manifestanti sciiti. Uno dei dimostranti: «Vogliamo solo una nuova Costituzione, ma loro non sono pronti per la democrazia».