Il Messaggero 25/3/2011, 25 marzo 2011
ALTRI TRE DECRETI PRIMA DEL TRAGUARDO
ROMA Quattro decreti già diventati legge, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, uno (quello su fisco regionale e sanità) che dopo il via libera di ieri avrà a giorni l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri, altri tre già definiti ma che ancora devono concludere il percorso. È questo il ruolino di marcia della legge delega sul federalismo fiscale, che ha dato vita in tutto a otto decreti attuativi.
Un ritmo di lavoro soddisfacente, che permette al ministro Calderoli di guardare con ottimismo al 21 maggio, data di scadenza della delega (c’è anche la possibilità “politica” di ulteriori 4 mesi di proroga). Ma che lascia sul tavolo almeno un paio di nodi: l’indeterminatezza di alcuni passaggi del lungo percorso di attuazione concreta (i decreti attuativi rimandano a loro volta a vari decreti ministeriali) e la necessità di coordinare misure che agiscono su realtà diverse in maniera a volte non uniforme (cruciale ad esempio il futuro rapporto tra Regioni e Comuni).
Il decreto che ieri ha avuto il sì della commissione bicamerale rappresenta comunque un pezzo consistente dell’intero edificio federalista. Sul piano fiscale la data chiave è il 2013: in quell’anno le Regioni potranno iniziare a manovrare le leve fiscali, e contemporaneamente partirà il meccanismo di perequazione. Per quanto riguarda invece la sanità l’impianto del testo è stato sicuramente ridimensionato rispetto alle ambizioni iniziali, con la rinuncia a definire effettivamente costi standard per le singole prestazioni. Verrà invece usata come riferimento la spesa pro capite in tre Regioni virtuose (compresa una del Sud che sarà la Basilicata), con la garanzia che il finanziamento complessivo resterà definito a livello politico, tenendo conto delle esigenze di finanza pubblica ma anche dei servizi da assicurare. Dunque saranno decisivi, in particolare per le Regioni in difficoltà, i dettagli di questo passaggio che durerà cinque anni.
Nel frattempo è appena arrivato in Gazzetta ufficiale un altro tassello importante del mosaico, il decreto sul federalismo municipale. Dopo i 15 giorni di vacatio legis le norme entreranno in vigore il prossimo 7 aprile. E subito si entrerà nel vivo con la cedolare secca sugli affitti, che i contribuenti interessati sono chiamati a versare in acconto già dal prossimo mese di maggio. Perché la novità sia operativa serve però un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che a questo punto (come sollecita anche Confedilizia) dovrà essere emanato in tempi rapidi. Mentre nell’arco di qualche settimana i sindaci che finora non avevano portato l’addizionale comunale Irpef oltre lo 0,4 per cento potranno disporre incrementi entro lo 0,2 l’anno.
Archiviati anche i tre decreti su federalismo demaniale, Roma capitale e fabbisogni standard di Comuni e Province (che prevedono però ulteriori misure attuative) ne restano in pista altri tre. Due, quello relativo agli squilibri territoriali e quello sull’armonizzazione dei bilanci hanno una valenza soprattutto tecnica. Mentre è molto politico il contenuto del testo relativo a premi e sanzioni per sindaci e presidenti di Regione e Provincia, che rischiano punizioni (compresa l’ineleggibilità) in caso di dissesto finanziario.