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 2011  marzo 25 Venerdì calendario

LA CORTE SUPREMA SUL CASO GIULIANI: «L’ITALIA NON VIOLO’ I DIRITTI UMANI» —

L’Italia non ha responsabilità nella morte di Carlo Giuliani, il giovane dimostrante ucciso a Genova nel luglio 2001 durante i tumulti che accompagnarono il vertice del G8: così ha sentenziato ieri a Strasburgo la Corte europea dei diritti dell’uomo, a quasi dieci anni dai fatti. Un’assoluzione doppia: da un lato per Mario Placanica, il carabiniere che sparò il colpo mortale mentre era assediato sul suo furgone dai manifestanti; e dall’altro per il governo italiano dell’epoca, accusato di non aver ben organizzato l’operato delle forze dell’ordine, e di aver condotto un’inchiesta superficiale sulla morte del giovane. Così non fu, dicono ora i giudici della Grande Camera della Corte, con un voto a maggioranza: 13 voti a favore, 4 contrari. Hanno deliberato nell’ambito di stretta competenza del loro tribunale internazionale, e cioè il controllo sul rispetto dei diritti umani: in questo caso il diritto alla vita di Carlo Giuliani. Secondo gli stessi giudici, il carabiniere Placanica si trovò «sotto un attacco illegale e molto violento» , e agì «nell’onesta convinzione che la propria vita e la propria integrità fisica, come quelle dei colleghi, si trovassero in pericolo» . In altre parole: responsabili della tragica morte di Giuliani furono i dimostranti aggressori, anche se la pallottola mortale non fu sparata da loro. Non è stato dunque accolto il ricorso presentato dai genitori e dalla sorella di Giuliani. La sentenza, che in parte (nell’assoluzione di Placanica) conferma quella di primo grado emessa nel 2009, è stata letta in un’aula quasi deserta e in un’atmosfera quasi irreale, lontanissima dai bagliori e dal frastuono di quel torrido 20 luglio, davanti alla basilica di piazza Alimonda a Genova. Ma se molto tempo è ormai trascorso da allora, è certo che neppure questo verdetto basterà a chiudere la vicenda. «È una notizia deludente e negativa— ha commentato Giuliano Giuliani, il padre della giovane vittima — ma non ci arrendiamo: ci rivolgeremo al tribunale civile» . Opposto il giudizio di Roberto Castelli, viceministro della Lega Nord, all’epoca ministro della Giustizia: «La sentenza dà un contributo di chiarezza perché stabilisce che il governo di allora si comportò correttamente» . Concorda Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati del Pdl: il verdetto «chiude il caso internazionale costruito dagli speculatori politici, scacciando ogni ombra sull’operato delle nostre forze dell’ordine» . Dal fronte opposto rispondono altre voci: «Non siamo abituati a discutere le sentenze e non lo faremo neanche questa volta — dice Oliviero Diliberto della Federazione della sinistra — ma le immagini di quel che accadde a Genova nei giorni del G8 sono ancora vive nei nostri occhi. Tanti ragazzi, tanti nostri giovani hanno vissuto sulla propria pelle una violenza terrificante» . Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista esprime «sdegno e tristezza» e giudica la sentenza «una vergogna» . Mentre per Vittorio Agnoletto, nel 2001 portavoce del Social Forum, i giudici di Strasburgo hanno «coperto un’omertà di Stato» .
Luigi Offeddu