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 2011  marzo 25 Venerdì calendario

Quel dito caduto dal cielo che incastrò l´assassino - L´addetto alle pulizie era uscito per fumarsi una sigaretta in santa pace

Quel dito caduto dal cielo che incastrò l´assassino - L´addetto alle pulizie era uscito per fumarsi una sigaretta in santa pace. Gli uffici di Caxton Place, a Ilford, sobborgo settentrionale di Londra, erano deserti a quell´ora e nessuno avrebbe potuto rimproverarlo per essersi preso una piccola pausa nel lavoro. Thund. Qualcosa rimbalzò sul tetto di un´auto nel parcheggio, a due passi da lui, rotolando per terra. L´uomo guardò verso le finestre che davano sul cortile alla ricerca del colpevole: «Razza di disgraziati, si vede che dentro c´è ancora qualcuno e getta gli avanzi in strada, che schifo, tanto tocca a me ripulire», pensò. Poi andò a raccogliere l´oggetto caduto dal cielo, per depositarlo nel bidone dell´immondizia. Ma non era il boccone di uno snack. Si stropicciò gli occhi incredulo, con un misto di curiosità e di orrore. Estrasse dalla tasca un fazzolettino igienico, vi avvolse il pezzo di carne e lo portò all´interno dell´edificio. «Non puoi credere che cosa ho appena trovato qui fuori», telefonò poco dopo al suo supervisore. «Un dito. Un dito umano». Ora, grazie a quel dito caduto dal cielo, la polizia britannica ha potuto risolvere un atroce delitto e far condannare il responsabile all´ergastolo. Sembra una storia così fantomatica ed efferata che soltanto la mente di Arthur Conan Doyle, l´inventore di Sherlock Holmes, avrebbe potuto immaginarla, ma è tutta vera. Si svolge all´interno della comunità di immigrati pakistani del Regno Unito: un mondo che in gran parte vive secondo le regole della legge e del Corano, ma in cui proliferano gang criminali di spietata ferocia. Una di queste, basata nei dintorni della capitale, aveva come capo Mohammed Riaz, un gangster 33enne con una lunga barba da predicatore islamico, nella cui vita tuttavia non c´è mai stato nulla di pio. Un giorno la moglie di Riaz, Nahdid, fugge di casa portandosi dietro i figli. Lo accusa di averla picchiata e stuprata. Il bandito comincia a darle la caccia. La cerca nel quartiere. Chiede in giro a conoscenti e amici. Ma la donna cambia nome, ottiene il divorzio attraverso la Sharia (la legge islamica, per la quale non sono necessari il consenso e la presenza del coniuge) e si dimostra introvabile. A quel punto Riaz volge l´attenzione ai parenti della (ormai ex) moglie. In particolare su Mahmood Ahmad, fratello della donna e dunque suo cognato. Non ottenendo risposte né disponibilità a collaborare alla caccia, il gangster si indispettisce e si insospettisce. Il 7 marzo scorso aspetta Ahmad fuori di casa, lo rapisce mentre questi ritorna dal suo lavoro di cuoco in un ristorante di Aldgate, East End di Londra, e lo porta in un appartamento a Ilford. Lì, insieme ad altri membri della banda, inclusi un fratello e una sorella, lo tortura per giorni per costringerlo a confessare dove si nasconde sua moglie. Ahmad non parla. Le torture continuano fino a ucciderlo. Il capobanda ordina di fare a pezzi il corpo e di disperderlo qua e là. Nei giorni successivi la scomparsa di Ahmad scatena un´ampia indagine di polizia. Non ci vuole molto a sospettare di Riaz. Mancano tuttavia le prove per incriminarlo. Finché un dito non cade dal cielo davanti al naso di un addetto alle pulizie. Finisce ben presto nel laboratorio della squadra forensica di Scotland Yard. L´esame del Dna permette di identificarlo come un dito di Mahmood Ahmad, la vittima, e di collegarlo a macchie di sangue trovate nell´appartamento in cui Riaz aveva inutilmente torturato fino alla morte il cognato. E´ la prova che cercavano gli inquirenti. Il bandito viene prontamente arrestato insieme ai suoi complici. Mandato sotto processo con rito immediato, ieri ha ricevuto una condanna all´ergastolo per rapimento e omicidio aggravato. Resta il mistero su come quel dito sia finito nel cortile di Caxton Place. La tesi degli investigatori è che, abbandonato in qualche deposito rifiuti insieme ad altre parti del corpo della vittima, sia stato raccolto da un uccello che si è alzato in volo e poi, per qualche ragione, improvvisamente ha aperto il becco e lo ha lasciato cadere. Elementare, Watson. «E´ stato un caso estremamente difficile», ammette davanti ai giornalisti riuniti in tribunale l´ispettrice-capo Melanie Burn. «Senza quel casuale, fortunoso ritrovamento del dito, probabilmente non saremmo riusciti a incastrare l´assassino». Ma l´inchiesta, per lei, non è terminata: «Vogliamo ritrovare il resto del corpo e restituirlo alla sua famiglia affinché possa ricevere sepoltura», dice. «Stiamo studiando perfino le rotte del volo degli uccelli per cercare di capire da dove è arrivato quello che ci ha risolto le indagini». Le ricerche continuano. E a Caxton Place, ogni volta che esce in cortile a fumare una sigaretta, l´addetto alle pulizie scruta il cielo, domandandosi che cosa potrebbe cadere, la prossima volta.