Gianmaria Pica, Il Riformista 24/3/2011, 24 marzo 2011
CONDANNATA YAHOO! FILM PIRATA ADDIO
Ieri è stata emessa un’ordinanza storica contro Yahoo!, colosso della ricerca online. Gabriella Muscolo, giudice monocratico del tribunale di Roma, ha «inibito» al motore di ricerca «la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film About Elly mediante il collegamento ai siti riproducenti in tutto o in parte l’opera, diversi dal sito ufficiale del film». È il primo caso al mondo. L’ordinanza si riferisce al film diretto dall’iraniano Asghar Farhadi - distribuito in Italia da Pfa lo scorso giugno - ma segna anche il principio secondo cui «l’articolo 14 della direttiva sulla società dell’informazione si applica al prestatore di un servizio di posizionamento su Internet». Tradotto, significa che dopo l’ordinanza di Muscolo i produttori, i distributori e coloro che detengono i diritti d’autore di una pellicola possono appellarsi alla magistratura contro i motori di ricerca - Google, Yahoo! e Microsoft - che forniscono link per guardare “illecitamente” un film. Da oggi, non sarà più possibile.
u segue dalla prima pagina
Per il momento solo Yahoo! Italia è stata interessata dall’ordinanza di Muscolo (la società è stata contattata telefonicamente, ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione). Però la Pfa Films - licenziataria esclusiva dei diritti di sfruttamento economico sul film del regista iraniano Asghar Farhadi - ha agito in via cautelare anche contro Google e Microsoft. Il giudice monocratico ha ordinato la rimozione dai server dei tre motori di ricerca l’accesso ai link «audiovisivi del film non autorizzati e la inibitoria della prosecuzione delle violazioni». Come spiega Roberto Marraffa, avvocato - esperto di diritto d’autore - di Pfa, «questa è la fase cautelare. Quello emesso dal giudice è un provvedimento d’urgenza arrivato dopo tre mesi». Ma Pfa chiederà anche sanzioni pecuniarie: «Mille euro per ogni minuto e diecimila euro per ogni giorno di ritardo nella esecuzione del provvedimento e della pubblicazione».
Duro colpo per i motori di ricerca. Secondo il giudice monocratico «se da un lato il gestore del motore di ricerca, nella fase di selezione e posizionamento delle informazioni in generale, non svolge un ruolo attivo - e quindi non ha conoscenza dei contenuti dei siti sorgente a cui è effettuato il link - dall’ altro però, una volta venuto a conoscenza del contenuto illecito di specifici siti, identificati dai cosiddetti Url (Uniform Resource Locator), è in condizione di esercitare un controllo successivo e di impedirne la indicizzazione e il collegamento». E la possibilità di rimozioni dei collegamenti è comprovata dalla stessa risposta di Microsoft alla diffida di Pfa: la divisione italiana della società di Bill Gates si è dichiarata «disponibile alla rimozione di tali indicizzazioni».
Se si digita su Yahoo! il titolo del film About Elly (vincitore del Leone d’Argento a Berlino due anni fa) escono dieci milioni e trecentomila risultati. Solo digitando la parola “about”, il film About Elly è la seconda opzione. Una diffusione massiva che ha provocato la reazione di Open Gate Italia - società che da anni segue le controversie legate alla pirateria online per conto dei produttori cinematografici - che, nel caso specifico, ha portato avanti la controversia, assistita dallo studio legale Marraffa, in rappresentanza di Pfa. Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate, ha spiegato che «dopo questo importante successo, che apre la strada a tutti i detentori di diritti, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube». Dunque, anche per Camiglieri «il tribunale di Roma ha sancito un principio fondamentale a tutela di tutta la produzione culturale: cinema, editoria, musica, giornali». Nel caso di Google si agirà direttamente verso Google Us, la capogruppo americana.
Per Marco Benedetto - ex amministratore delegato del gruppo editoriale L’Espresso, fondatore di BlitzQuotidiano.it - «la decisione del giudice monocratico del Tribunale di Roma mi pare coerente: secondo la legge italiana la pirateria è un reato e non vedo perché su Internet non debba essere punita».
E la pirateria audiovisiva è sempre più in crescita. Lo scorso anno, in Italia, il fenomeno ha avuto un incremento del 5 per cento rispetto al 2009. Il 37 per cento degli italiani negli ultimi dodici mesi ha fruito di una copia pirata. Naturalmente l’incremento complessivo dell’incidenza si articola sia sulle forme digitali (il 42 per cento scarica o vede i film in streaming), sia quelle più tradizionali (il prestito tra privati, pesa per il 24 per cento).
La Favap - federazione anti-pirateria audiovisiva - stima che, in Italia nel 2010, siano stati commessi 384 milioni atti di pirateria audiovisiva, in crescita di quasi 30 milioni rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Si calcola che l’impatto economico della pirateria ammonti a circa mezzo miliardo di euro. Una cifra enorme: oltre la metà è determinata dalla pirateria digitale. Tra i canali legali, il maggior danno è subito dall’acquisto (150 milioni di euro) e dal noleggio (130 milioni). Per il cinema il valore perso è di oltre cento milioni.