Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 24/03/2011, 24 marzo 2011
GLI «STATI UNITI D’EUROPA» CON LE IDENTITA’ DEGLI SCRITTORI
«Per partecipare a questo incontro tra gli intellettuali nella città di Roma, ho dovuto prima superare la sensazione di penetrare nella cittadella della cultura spettinato e con la camicia fuori dai calzoni. In Irlanda, definirsi intellettuali significa tirarsi addosso una grandinata di uova marce. Il fatto è che gli irlandesi sono privi di una tradizione filosofica: al suo posto abbiamo miti, leggende, favole, ballate, poesie, canzoni e storie incredibili. Proclamiamo, soprattutto in pubblico, la nostra diffidenza nei confronti di chi pensa: noi le cose preferiamo inventarcele». Parla Peter Murphy, lo scrittore irlandese che questa mattina inaugura, insieme allo spagnolo Enrique De Rivas, all’ italiano Francesco Cataluccio, e alla slovena Michaela Jurovska, la sesta edizione di TransEuropaExpress all’ Auditorium dell’ Ara Pacis (oggi e domani dalle 10 alle 18, ingresso gratuito). Curato da Maria Ida Gaeta, responsabile della Casa delle Letterature, il progetto accoglie ogni anno intellettuali dai diversi paesi europei a parlare della propria identità. «In questi sei anni - commenta Gaeta - ho potuto verificare che gli Stati uniti d’ Europa esistono, ma non sono basati sulla moneta unica o sulla legislazione comune, viste piuttosto come fastidiose questioni burocratiche, bensì sull’ identità culturale. Tutti gli autori invitati, compresi estoni, finlandesi, danesi, slovacchi, hanno sempre ribadito il loro senso di appartenenza. Allora mi sono chiesta da dove nasca questo sentimento. E ho dedicato l’ incontro di quest’ anno a "Storie e identità"». Il portoghese José Sarmento de Matos parlerà dei miti di Lisbona; la tedesca Claudia Rusch della sua esperienza di «ragazza confusa» nella Germania dell’ Est; Péter Sarkozy (niente a che vedere con il presidente francese) del ruolo degli scrittori nelle grandi trasformazioni della società ungherese; Liisa Suvikumpu dell’ identità degli artisti finlandesi nella Roma dell’ Ottocento; Wojciek Jagielski degli intellettuali polacchi, il drammaturgo rumeno Matéi Visniec del «lavaggio del cervello a Est e a Ovest»; la storica del movimento femminista Ebba Witt-Brattstrom della Svezia come paese delle donne. «Temi tosti, ma niente affatto cupi», preannuncia Gaeta. E quest’ anno, per la prima volta, sono arrivate le prenotazioni delle scuole, con i ragazzi degli ultimi anni di liceo.
Lauretta Colonnelli