MEO PONTE , la Repubblica 24/3/2011, 24 marzo 2011
AMANDA E RAFFAELE, CADE LA PROVA DEL DNA - PERUGIA
Erano i cardini su cui ruotava l´accusa contro i presunti assassini di Meredith Kercher. In un´inchiesta scandita da dubbi e ombre la scoperta del profilo genetico della vittima sulla lama e del Dna di Amanda Knox sull´impugnatura di un coltello ritrovato a casa di Raffaele Sollecito era bastata infine ai giudici del primo grado per emettere una sentenza di dura condanna per l´americana e l´ex fidanzato. In più altre tracce biologiche dei due rilevati sul gancetto del reggiseno di Meredith parevano confermare la ricostruzione del delitto di via della Pergola fatta dalla procura di Perugia. Ora però le prime indiscrezioni sui risultati delle analisi effettuate sui due reperti dai professori Carla Vecchiotti e Stefano Conti della Sapienza di Roma, i periti incaricati dal presidente della Corte d´appello Claudio Pratillo Hellmann di verificare le modalità di intervento della polizia scientifica e di individuare eventuali contaminazioni, sono un nuovo duro colpo alle tesi dell´accusa.
Sul coltello i due periti hanno ricavato pochi picogrammi di materiale genetico dopo aver prevelato campioni in diversi punti della lama. Quantità ritenuta insufficiente per l´individuazione di profili genetici utilizzabili ai fini di un´indagine. Mentre il gancetto del reggiseno è risultato talmente arrugginito da rendere impossibile l´analisi dei due esperti. Ai due professori della Sapienza quindi non resta che valutare, sull´esame della documentazione agli atti, il grado di attendibilità degli accertamenti genetici eseguiti dalla polizia scientifica.
Queste ultime rivelazioni non fanno che rimandare a quanto emerso durante il processo di primo grado quando il professor Carlo Torre, uno dei più noti medici legali italiani e la dottoressa Sara Gino, esperta genetista forense, entrambi consulenti della difesa di Amanda Knox criticarono l´esame fatta sui due reperti dalla polizia scientifica, spiegando che erano stati del tutto trascurati i protocolli fissati per tali analisi. «Non ci sono tracce di Dna utile e per noi è una cosa positiva» dice cautamente l´avvocato Luciano Ghirga, legale di Amanda Knox che oggi sarà nuovamente nell´aula del tribunale per l´udienza dedicata all´istanza di sequestro del film "Amanda Knox, murder on trial" presentata dai suoi difensori. Il sostituto procuratore Manuela Comodi che illustrò con grande perizia le conclusioni della polizia scientifica nel processo di primo grado invece spiega: «Non c´è nessuna novità e nessuna sorpresa. Questi risultati sono quanto ci aspettavamo...».
In realtà la storia dei due ormai noti reperti è stata scandita da una serie di errori grossolani. Il gancetto tagliato dal reggiseno di Meredith, filmato dalla polizia la mattina della scoperta del delitto accanto al corpo della giovane inglese, fu repertato soltanto quarantasei giorni dopo essere stato recuperato in un altro punto della casa. E del coltello scoperto a casa di Sollecito i periti nominati dal gip Claudia Matteini poterono solo dire che era «non incompatibile» con l´arma del delitto. Specificando che tali erano tutti i coltelli monolama esistenti al mondo. Ciò nonostante il presidente della Corte d´Assise si accontentò delle conclusioni dei consulenti di accusa e difesa senza volere una perizia definitiva sui due reperti.
Ad ordinare tale esame è stato invece il presidente della Corte d´appello Pratillo Hellmann e ora le conclusioni paiono confermare i suoi dubbi e complicare ulteriormente un processo che ha già visto smentire da ben sei testi il clochard considerato dall´accusa un testimone a prova di bomba e che ora vede anche scricchiolare le prove scientifiche esibite dai pm. Mentre la verità sull´uccisione di Meredith Kercher appare ancora lontana.