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 2011  marzo 23 Mercoledì calendario

È una vera fortuna che la carta di giornale serva per pulire i vetri. Se rimanesse memoria di quanto andiamo scrivendo lungo gli anni, non basterebbe una seconda vita per ridare ordine e coerenza a quello che abbiamo messo nero su bianco nella prima

È una vera fortuna che la carta di giornale serva per pulire i vetri. Se rimanesse memoria di quanto andiamo scrivendo lungo gli anni, non basterebbe una seconda vita per ridare ordine e coerenza a quello che abbiamo messo nero su bianco nella prima. Prendete l´animosa Maria Giovanna Maglie, che ai tempi della guerra in Iraq fu accesa interventista, e praticamente invase di persona quel paese alla testa dell´esercito americano. Scrisse pochi anni fa (e un perfido giornalista del Corriere ha riesumato quell´articolo) che l´Iraq era «un paese infelice, piagato dalla tortura, dallo spionaggio, dalla negazione di qualunque libertà personale, e il denaro del petrolio serviva ad arricchire Saddam e la sua famiglia». Dunque era giusto schiacciare il dittatore come uno scarafaggio. Oggi, a proposito di Gheddafi, Maglie scrive su Libero: «Garantiva pace, sicurezza, buoni contratti, sicurezza negli sbarchi, era un interlocutore privilegiato e un avversario dei fondamentalisti». Dunque attaccarlo è un grave errore. Meno ferrato della Maglie, la sola differenza sostanziale che riesco a cogliere, tra Saddam e Gheddafi, è che il primo è stato attaccato da Bush, il secondo da Obama. Tanto deve bastare, allo sguardo acuto di Maglie, per stabilire quando una guerra è santa, quando una porcheria.