Giampaolo Cerri, Italia Oggi 23/3/2011, 23 marzo 2011
IL 42 PER CENTO DEI LAUREATI TRIENNALI TROVA LAVORO DOPO UN ANNO. A MILLE EURO
Laureati e occupazione, segnali positivi, anche se timidi, dalla Lombardia. A un anno dalla conseguimento del titolo lavora il 42% dei triennali (mentre il 45% studia, in genere nella laurea magistrale successiva), con una percentuale di disoccupati a quota 8,3, mentre cinque studenti su 100 risulterebbero fuori dalla formazione e dalla ricerca ma perché, spesso, impegnati in stage gratuiti.
A fornirli è un’anticipazione del Rapporto Stella, rilevazione annuale sul profilo dei neodottori degli atenei lombardi, curata dal Cilea, Consorzio interuniversitario lombardo per l’elaborazione automatica, e che verrà presentata domani, a partire dalle 9,30, al Salone dello Studente CampusOrienta di Milano, presso SuperStudio, via Tortona 27 (programma completo su www.campus.it).
Si tratta di una rilevazione su oltre 12.228 laureati triennali e 6.210 dottori specialistici, dell’anno 2009, degli atenei milanesi, Statale e Bicocca e delle università di Brescia, Bergamo e Pavia.
Non ci sono, i dati di Bocconi, Politecnico, che non aderiscono al progetto, di Iulm, che fa parte di AlmaLaurea, e Cattolica. Gli ultimi due atenei, in genere, apportano i loro dati successivamente. In generale, le statistiche mancanti, visti gli ottimi tassi di occupazione delle università in questione, con tutta probabilità, consentiranno di rivedere al rialzo queste percentuali.
Cominciando da chi sceglie la laurea breve, si nota che un neodottore su due punta al mercato del lavoro, anche in piena crisi. Il dato, inferiore a quello del 2009 (58,2%), è comunque superiore al dato medio italiano che, per Stella, comprende anche i laureati degli atenei di Palermo, Federico II di Napoli, Statale e S.Anna di Pisa e attestato sul 46,5%.
Il salario medio mensile netto di oltre la metà di questi neodottori si aggira fra 1.000 e 1250 euro (25,3% dei laureati) e fra 1251 e 1.500 (25,4), anche se resta almeno un quarto di chi lavora sta fra 500 e mille euro di stipendio.
Spostandosi sui laureati «+2», si registrano, mediamente, dati migliori: 61,2 studenti lavorano a un anno dalla laurea, 12,4 sono ancora in formazione e 14,4 sono fuori anche da quest’ultima ma spesso inseriti in stage gratuiti.
Più grave, invece, il dato dei disoccupati che raggiunge il 12 per cento mentre, sommando occupati e quanti sono in formazione, si raggiunge in Lombardia l’83,6% (in aumento rispetto all’anno scorso), contro il 78 del valore Stella nazionale.
Quanto alle retribuzioni, i laureati magistrali si trovano, per oltre la metà, nella fascia fra 1.000 e 1.500 euro mensili. Un dato simile a quello dei loro colleghi triennali anche se, come mostrano altri rapporti nazionali, in genere, le retribuzioni migliorano avanzando nella carriera.
Ma sono proprio gli aspetti salariali a segnalare, anche per questo nutrito campione di neolaureati lombardi, alcune preoccupanti differenze di genere. Se, nella triennale, la forbice salariale fra uomini e donne (pari 62 euro in Lombardia contro 74 sul nazionale) è decisamente calata rispetto allo scorso anno, quando aveva raggiunto quota 100 euro, fra i neodottori specialistici, con l’innalzarsi degli stipendi, si notano discriminazioni importanti: 10 punti di percentuali sulla fascia intermedia, 1.200 e 1.500 euro, in cui si posiziona il 30,2% dei laureati contro il 20,3 delle neodottoresse.
Durante la presentazione del rapporto, curata del professor Nello Scarabottolo, ordinario di Informatica alla Statale di Milano e vicepresidente Cilea, saranno forniti anche dati sulla contrattualistica con la quale sono impiegati i neodottori e ulteriori dati sulle differenze di genere. Marisa Civardi, ordinario di Statistica a Milano Bicocca, invece presenterà un approfondimenti sulla soddisfazione dei neodottori in rapporto ai corsi di laurea frequentati.
Giampaolo Cerri