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 2011  marzo 20 Domenica calendario

L’INDIGNATA INVASIONE DEI LIBRI-INCHIESTA


Entri in libreria e senti un rumore sommesso ma inquietante, come una specie di ringhio. Non ti sembra possibile e invece c’è davvero, viene da uno scaffale: quello dei libri-inchiesta. Sono l’ultima moda letteraria, affrontano ogni argomento, dal nucleare alla mafia. Ma sono assimilati da il medesimo tono: vagamente complottista, che promette di svelare «tutti i segreti» in merito a qualsiasi questione. A leggerli tutti, si diventerebbe dei paranoici professionisti.
La tendenza l’ha lanciata Bur con la collana Futuropassato, ideata da Lorenzo Fazio. Che ebbe una trovata geniale: copertina scarna, con un titolone enorme e un sommario, come se si trattasse della prima pagina di un quotidiano. E con l’idea di fondo, appunto, che i libri avrebbero raccontato “ciò che sui giornali non esce” (e invece sui giornali esce proprio tutto). I nuovi Bur furono portati al successo dai soliti Peter Gomez e Marco Travaglio. Poi Fazio decise di mettersi in proprio e lanciò Chiarelettere, editore che ha fatto dell’inchiesta il suo marchio di fabbrica, arrivando in breve tempo a scalare le classifiche. Così, tutti l’hanno imitata.
L’editore emiliano Aliberti è in prima fila nel mantenere alto il livello del ringhio da inchiesta, fresco d’indignazione è uscito Le case della libertà, di Scandaliato, Sceresini e Palma, cioè gli autori di Piazza Fontana, noi sapevamo e Il signor Billionaire, nientedimeno, roba da premio Pulitzer sulla fiducia, che ora ci raccontano «dieci storie per un terrificante bestiario del centrodestra italiano» che s’infilano con l’opportunismo di un cronografo svizzero nel filone affittopoli denunciando gli «affitti al limite del ridicolo, abusi edilizi, palazzi gentilmente concessi, regalati in blocco» e in copertina le faccione deformate di Berlusconi, Fini, Scajola, Lunardi e altri farabutti. Da non perdere anche Berlusconi e la fabbrica del popolo di Elena G. Polidori, che ci illumina con una verità nuova di zecca, proprio mai sentita: il Cavaliere ha rimbambito gli italiani con la televisione e ha trasformato gli elettori in spettatori del suo show. Se vince le elezioni è colpa di Has Fidanken, il cocker di Drive In.
Dostoevskjiano invece Delitto senza castigo, di Birgit Hamer, stupenda ex miss Germania che racconta la vera storia della fucilata fatale inferta da Vittorio Emanuele di Savoia al fratello Dirk. Poi c’è Tengo famiglia, sul «trionfo del nepotismo», più torbido e impegnato Mistero di stato del magistrato Mario Almerighi che fa luce sull’uccisione dell’ispettore Samuele Donatoni, capo dei Nocs che tentarono la liberazione dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini. Segue l’immancabile inchiesta di mafia: I misteri dell’agenda rossa, un bel frullatone di fregnacce inedite di Ciancimino junior, nuove rivelazioni del boss Gaspare Mutolo, le dichiarazioni del pentito Spatuzza e soprattutto l’inquietante interrogativo su cosa contenesse l’agenda rossa di Paolo Borsellino, e poiché secondo la magistratura non si sa nemmeno se l’agenda sia mai esistita, è facile spararla grossa e dire che fosse una specie di vaso Pandora pieno di ogni possibile segreto inconfessabile. La mitica agenda rossa è uno dei simboli dell’editoria d’inchiesta, non a caso è l’argomento di un titolo di punta di Chiarelettere, altro caso di ossessiva e martellante impresa editoriale tesa a far schiumare di rabbia il lettore contro i non meglio precisati “potenti”. Il lettore dei saggi Chiarelettere, I professionisti del potere, La lobby di Dio a L’Italia in presa diretta del bravo Riccardo Iacona, giornalista televisivo con la faccia da discepolo tormentato e forse un po’ invidioso di Cristo, sono come i gloriosi Gialli Mondadori, tutti con la medesima veste grafica, il titolone sparato in copertina (La Colata, Ad personam, Adesso basta, La Morsa, tra i più icastici) e proprio come i gialli garantiscono suspense, mistero, spesso anche trame avvincenti quanto assurde, ma aggiungono il brivido di immergere le mani nella fanghiglia della realtà, nel muco dell’attualità, nella discarica abusiva del presente.
Dopo la lettura di un Chiarelettere non sarete più gli stessi e avrete voglia di denunciare il vicino per stalking perché lo incontrate ogni mattina uscendo di casa sul pianerottolo. Comunque se non vi dovesse piacere il rosso e dunque non foste interessati alle agende rosse, sfogliando il catalogo Chiarelettere abbiamo trovato L’agenda nera sulla strage di via D’Amelio, dunque ce n’è per tutti i gusti, di destra e di sinistra, purché si faccia abboccare il lettore bisognoso di trasferire i suoi guai e le sue frustrazioni personali sulla Spectre di turno, evitandogli il gravoso compito di guardarsi allo specchio e magari concludere che il libro che dovrebbe leggere è Fatti una camomilla. Chi invece non riesce a calmarsi nemmeno col Tavor, deve leggere tutte le uscite della collana “Controcorrente” di Newton & Compton. Fantastico già dal titolo è: Il libro che nessun papa ti farebbe mai leggere, del duo Leedom&Churchville, gli autori del precedente Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere. Si attende ansiosamente dagli stessi autori La radiografia che il tuo oncologo non ti vorrebbe mai far vedere e La finale di Champions che la tua squadra del cuore non avrebbe mai voluto giocare. Intrigante anche I servizi segreti cinesi. Ecco come ci spiano, che fornisce succulente informazioni sul rischio di ritrovarsi una radiospia negli involtini primavera, e La casta dei farmaci, che svela le magagne delle multinazionali farmaceutiche. Anche una major come Rizzoli dicevamo sfrutta il filone con la collana “Futuropassato” e coglie al volo la paranoia sul nucleare con Le navi della vergogna di Riccardo Bocca sui «carichi di rifiuti radioattivi affondati nel Mediterraneo», cui si affianca Bidone nucleare, anche se il nostro preferito è Occulto Italia, sulle decine di sette che operano nel nostro Paese.
Tra navi al polonio, complotti mafiosi, spie cinesi, corruzione dilagante, farmaci taroccati, bambini di Mefisto, c’è da stupirsi che ci sia ancora un lettore vivo disposto ad andare in libreria e spendere soldi per tornare a casa con un libro che gli annuncia la fine del mondo.