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 2011  marzo 20 Domenica calendario

I MANGA RACCONTANO LA GRANDE ONDA CHE OSCURÒ IL SOLE

La terra che trema, l´onda che la sovrasta, uomini come pesci e tartarughe, barche capovolte, sbriciolate nel mare, automobili come proiettili contro le case, contro le arcate dei ponti, nessuna certezza se non quella che il sole sorgerà ancora. Ma che sole sarà? Pallido, come malato, oppure irradiante energia? Il sole del Giappone. Come raccontare il dramma al quale tutti abbiamo assistito quasi in diretta, come se davvero fossimo stati lì? Con le parole, anche se sembra che non bastino? Ma perché raccontarlo se tutti vi hanno assistito? Forse riassumere il senso della catastrofe in un´immagine può essere preferibile, si fissa l´emozione di un momento particolare che altrimenti si disperde nella marea dell´ininterrotta narrazione.
Così devono essersi detti i promotori del Progetto Tsunami della comunità Café Salé, un network che funziona da anni raccogliendo e diffondendo le opere di coloro che vi aderiscono, grafici, disegnatori, artisti impegnati in ogni campo delle arti visive, anche nei manga. E subito l´undici marzo, il giorno stesso del terremoto, hanno lanciato dal sito tsunami.cfsl.net un appello ai loro aderenti per invitarli a trasporre la tragedia in immagini. Lo scopo è di organizzare una vendita all´asta delle opere, di raccoglierle in un libro e di versare il ricavato al centro GIVE2Asia, per sostenere le vittime dello Tsunami. Il quindici marzo erano già centinaia i disegni ricevuti, ogni giorno ne pervengono a decine, accorate testimonianze di chi non era in Giappone e anche di chi si trovava nel luogo della catastrofe, come Remi Maynègre che era a Sendai ed è stato il primo a inviare il suo contributo. Ancora oggi si trova sul posto, impegnato nelle operazioni di soccorso.
Le immagini sono più pregnanti delle parole: come raccontare a parole la forza dell´onda del porto, lo tsunami? A un grande artista giapponese del Diciottesimo secolo, Hokusai, si deve la terrificante immagine dell´onda che si abbatte sulla terra, colta nell´attimo in cui si è appena sollevata e sta per rovesciarsi, con la schiuma sulla cresta che pare un´enorme bocca dentata, con la forza cieca di un animale feroce che si è fatto belva acquatica. Questa immagine classica viene ripetuta e reinterpretata in tanti dei disegni che sono pervenuti al Café Salé, così come un motivo ricorrente è quello del sole, il sole oggi ferito del Giappone, nome che in giapponese porta in sé proprio il sole: è infatti Ni, sole, e Pon, radice. Si alternano così onda e sole, un sole che piange, che è solcato da ferite, che è tenuto con il filo, come un palloncino, da una bambina in lacrime. Tante altre immagini sembrano invece uscite direttamente dalla fantasia dei disegnatori di manga, specie le illustrazioni in cui si vedono uomini lottare contro mostri meccanici, simbolo delle angosce di una cultura che si sarebbe troppo disumanizzata, sacrificando il corpo umano alla tecnologia che è diventata protesi persino delle emozioni. E poi appare anche Godzilla, sconfitto e dolorante. Lo si vede mentre piange e a testa bassa percorre una distesa di fango e macerie. O, ancora, è travolto dall´onda, contro la quale nulla può neanche la sua forza immane. Tutto l´immaginario del Giappone confluisce a rappresentare l´indicibile della catastrofe, raffigurata da artisti che in molti casi giapponesi non sono ma che con il Giappone hanno uno stretto legame; o da artisti giapponesi, forse più restii a «immaginare l´inimmaginabile», così come i loro padri, alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo l´atomica, erano stati esortati dall´imperatore Hiro Hito a «sopportare l´insopportabile». Lo sopportarono, e anche questa volta, ce la faranno.