LUIGI GRASSIA, La Stampa 21/3/2011, 21 marzo 2011
“È il momento del carbone” - «Trattato di Kyoto addio. Adesso la preoccupazione per il CO passerà in secondo piano in tutto il mondo
“È il momento del carbone” - «Trattato di Kyoto addio. Adesso la preoccupazione per il CO passerà in secondo piano in tutto il mondo. L’incidente alla centrale nucleare giapponese rilancia il carbone, che per quanto inquinante è la migliore alternativa all’atomo. E siccome di energia il mondo continua ad avere una gran fame, io consiglio di investire proprio nel carbone, anche se dalla prima volta che ho proposto l’Etf Global Coal Mining in Borsa Italiana le quotazioni sono salite da 17 o 18 euro a circa 50». Parola di Massimo Siano, che da Londra è responsabile per l’Italia di Etf Securities. L’investimento nella filiera nucleare è da sconsigliare allora? Siano non esclude uno scenario alternativo: «Se la portata dell’incidente a Fukushima si ridimensionasse, e le centrali nucleari sopravvivessero persino alla combinazione terremoto + tsunami, allora vorrebbe proprio dire che l’atomo non lo ferma più nessuno». Ma questo scenario è molto meno probabile. A sorpresa, Siano non vede bene neanche l’investimento nel petrolio, nonostante il boom delle quotazioni del barile che non sembra sia finito: «La cosa strana, mai vista finora, è che le quotazioni del greggio corrono, ma quelle delle compagnie petrolifere no. Perché? Perché il mercato avverte ci sono rischi geopolitici nel Paesi petroliferi. Il fatto che nessuno, ma proprio nessuno, sia stato capace di prevedere le rivolte arabe rende più rischioso l’investimento nel petrolio ovunque. Anche in Congo, tanto per fare un esempio fuori dal mondo arabo». Nella lista della spesa di Siano figurano anche rame e argento. «Il rame - spiega - è un mio pallino. E l’argento è consigliabile perché, fra i metalli preziosi, ha corso meno dell’oro». Per caso, lei prevede un calo dell’oro? «No. L’oro è alternativo alla moneta, e finché la moneta rende zero, coi tassi di interesse americani così bassi, tanto vale comprare oro. Solo quando ci sarà un netto rialzo dei tassi le cose cambieranno». Quello che vale per l’oro vale, secondo Siano, per tutte le materie prime, «e anche per i mercati emergenti, che in un certo senso si sovrappongono. La corsa a materie prime e mercati emergenti continuerà finché la Fed continuerà a regalare dollari, che poi prendono quella direzione. Si andrà avanti così finché non ci sarà un drastico rialzo dei tassi della Federal Reserve, intendo un 5%. Poi invece ci sarà l’inversione di tendenza. Ma finché la Fed andrà avanti con questa politica dissennata, la bolla delle materie prime, che senz’altro c’è, non si sgonfierà». Perché giudica male la Fed? «Con il credito facile ha evitato che ci fossero troppo fallimenti di banche e industrie, e fin lì ha fatto bene. Ma poi, insistendo su questa strada, ha praticamente dichiarato che vuole scatenare l’inflazione futura. E secondo me ha sbagliato, e sta continuando a sbagliare, perché così non riesce a promuovere la ripresa. La Federal Reserve intende intervenire col rialzo dei tassi solo DOPO che l’inflazione sarà ripartita. Perciò si può investire tranquillamente sulle materie prime, perché la bolla c’è ma la Fed è d’accordo e non intende sgonfiarla». Fa bene allora la Banca centrale europea a intervenire sull’inflazione in anticipo? «No, la Bce sbaglia anche lei, perché non c’è la rincorsa tra inflazione e salari, e allora che senso ha aumentare i tassi?». Insomma, sbagliano tutti? «È quasi inevitabile - risponde Siano -. Cito Milton Friedman: le banche centrali possono fare solo tre cose: aumentare i tassi, abbassarli o tenerli fermi. Quindi hanno due probabilità su tre di sbagliare».