Arturo Zampaglione, Affari & Finanza 21/3/2011, 21 marzo 2011
TIMES SQUARE
Quattro milionari americani su dieci non si sentono abbastanza ricchi. O meglio: dicono che avrebbero bisogno di almeno 7,5 milioni di dollari (5,3 milioni di euro) per sentirsi veramente agiati. Questo è il risultato più sorprendente dell’ultimo sondaggio sui superricchi d’oltreatlantico condotto da Fidelity, il colosso bostoniano dei fondi di investimento con 20 milioni di clienti.
Sin dai tempi di Morgan e Rockefeller, gli americani hanno avuto il mito del denaro, considerato l’indice per eccellenza del successo sociale. E non è un caso che si moltiplichino classifiche e hit parade, come quella della rivista Forbes, la cui edizione 2011 conferma il messicano Carlos Slim in prima posizione con 74 miliardi di dollari, seguito da Bill Gates (56 miliardi) e Warren Buffett (50 miliardi). Alcuni saggi, a cominciare da The Millionaire Next Door (Il milionario della porta accanto) di Thomas Stanley e William Danko, hanno anche esplorato i detentori della ricchezza dal punto di vista sociologico, evidenziando come si tratti prevalentemente di persone "normali", disciplinate e con un pizzico di avarizia.
Giunto alla quarta edizione e condotto nell’ottobre scorso, il sondaggio di Fidelity ha però finalità diverse. Negli Stati Uniti il 5% delle famiglie controlla ben il 55% della ricchezza nazionale, grazie anche a incentivi e sconti fiscali concessi dai repubblicani. Nel complesso i milionari sono investitori accorti e bene informati. Si appoggiano a consulenti finanziari. E al di là del loro ruolo come mercato primario per i consumi di lusso, rappresentano un barometro delle aspettative e tendenze del mondo del denaro, potendo anche influenzare direttamente l’andamento della finanza.
Fidelity ha isolato un campione di mille americani con investimenti per almeno un milione di dollari, in aggiunta a eventuali proprietà immobiliari e ad accantonamenti pensionistici. Nel complesso questi milionari esprimono timori per l’andamento a breve dell’economia, ma anche grande fiducia sul mediolungo periodo. "Anche se i super ricchi sono ottimisti per definizione", osserva Michael Durbin, presidente della Fidelity Institutional Wealth Service, il ramo del gruppo che si occupa dei clienti più facoltosi, "siamo rimasti stupiti da questo cambiamento di prospettiva rispetto al recente passato".
Secondo il sondaggio, l’ottimismo dei Paperoni americani è legato in ordine decrescente al livello raggiunto dagli investimenti delle imprese, alla spesa per i consumi e alle tendenze borsistiche. Del resto questo "club" ha una presenza attiva a Wall Street. Non solo l’83% dei "soci" dichiara che l’ultima tempesta finanziaria non li ha allontanati dalla Borsa, ma quasi la metà, il 43%, conferma di voler investire attivamente nei prossimi 12 mesi.
Resta un quesito: perché nonostante soldi e potere, tanti milionari non si sentono abbastanza ricchi? "L’opulenza è un concetto relativo", spiega Sanjiv Mirchandani, anche lui del gruppo Fidelity. "Più si hanno soldi, più si capisce quanto si spende e di quanto si ha bisogno. Senza contare che molti milionari hanno una certa età e si rendono conto che la fase di accumulazione della ricchezza è finita".