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 2011  marzo 23 Mercoledì calendario

Cara Diana, l’ultima lettera (a penna) credo di avertela scritta quando, a dispetto dei tuoi genitori che, giustamente, speravano in un matrimonio migliore, abbiamo deciso di fidanzarci

Cara Diana, l’ultima lettera (a penna) credo di avertela scritta quando, a dispetto dei tuoi genitori che, giustamente, speravano in un matrimonio migliore, abbiamo deciso di fidanzarci. Allora si diceva così. Mamma mia, quanti anni sono passati! Il matrimonio con i soli testimoni, in una chiesetta dell’antica Torino. Il viaggio di nozze ad Alba, perché io dovevo raccontare per il telegiornale la celebrazione della lotta partigiana. Non avevo una lira. Tu un libretto "a risparmio" con trecentomila lire. Che mi hai ceduto. Quando tifavo Juventus, tu sugli spalti, poco distante dall’avvocato Agnelli, tifavi Foggia. Tu hai cresciuto le nostre figlie. Hai lasciato a me la possibilità di vivere il grande amore per il giornalismo. Ti ho lasciata sola, quando, per anni, ho rischiato "le penne" in Africa dove ero inviato di guerra. Poi la vita l’ho rischiata, scampando a un agguato delle Brigate rosse. Il mio nome "pennivendolo di merda", scoperto nel covo di un commando con il simbolo della stella a cinque punte. È vero, ci sono stati gli anni dei casinò. Passione superata. Ma anche quelli delle grandi inchieste di Tv7. La festa per gli 80 anni di Enzo Biagi (mi aveva fatto assumere in Rai), che mi ha voluto sul palco come uno dei protagonisti della grande informazione. Pensa: potevi essere regina, quando Costantino di Grecia, durante le celebrazioni di Italia 61, ti aveva corteggiata. Ti dovevo di più. Ti ho dato poco. Anche in questi giorni hai dimostrato una straordinaria forza d’animo. Come sempre sai - e devi - andare a testa alta. Non ti ho mai detto quanto mi commuove il tuo impegno di parlamentare mai assente. Fa parte di quei principi di libertà e democrazia ereditati da tuo padre. Gli stessi che ti hanno vista fra i primi a dare vita in Italia ad Amnesty International, che ti hanno vista ospitare dissidenti del regime stalinista. Berlusconi qualche volta mi dice: «Diana è la parte migliore della famiglia». Credo che abbia ragione. Continua a esserlo. Non spegnerò a giugno le candeline, perché sono tante. Quel giorno sarò lontano. Ma non con il cuore. Lettera di Emilio Fede alla moglie Diana De Feo