Andrea Secchi, ItaliaOggi 19/3/2011, 19 marzo 2011
LIBRI ESPRESSO COME UN CAFFE’
Una libreria che ha tutto: ultime uscite, libri fuori catalogo, titoli in altre lingue, facsimile di manoscritti originali. Difficile a trovarsi, se non impossibile, per lo meno per motivi di spazio. Eppure oggi potrebbe essere la piccola libreria sotto casa, anche se è grande pochi metri quadrati e all’ingresso si riesce ad abbracciarla tutta con uno sguardo.
Miracolo del digitale, in genere visto come una minaccia per i libri di carta, e di una macchina poco più grande di una fotocopiatrice: stampa le pagine, le rilega, ci incolla sopra la copertina e rifila il tutto, fino a consegnare il libro caldo caldo di stampa nelle mani del cliente-lettore.
Questa macchina è stata battezzata Espresso book machine, e già il nome dice tutto: libri espresso, in tre-quattro minuti, nemmeno il tempo di fare un caffè. Attualmente ci sono una quarantina di queste macchine in giro per il mondo, per lo più in grosse librerie o biblioteche. In Europa ce ne sono un paio in Gran Bretagna e altre due nei Paesi Bassi, ma non è detto che non arrivino presto in Italia. Intanto una società torinese, Promedia Solution, ha stretto un accordo con la On Demand Books, la società newyorkese che ha creato il business, per poter fare da ponte verso quegli editori che vogliono inserire i propri libri nei cataloghi della Book Machine.
Alla On Demand Books l’hanno chiamata il bancomat dei libri, ed effettivamente c’è più di una somiglianza: il cliente può scegliere il libro da casa, attraverso i siti delle librerie che offrono il servizio, oppure andare direttamente nel punto vendita e sfogliare il catalogo online nel terminale collegato alla macchina.
La creazione avviene proprio sotto gli occhi di tutti perché Xerox, che realizza l’hardware, ha lasciato a vista le parti laterali. In alcuni punti vendita è addirittura questo lo spettacolo preferito dai visitatori. Il libro che viene fuori, con copertina a colori, mentre il resto delle pagine è in bianco e nero, è praticamente uguale a un’edizione industriale.
La macchina, al momento, non è particolarmente abbordabile. Si spendono dai 105 mila ai 150 mila dollari a seconda che si scelga una stampante da 30 pagine al minuto o una da 110 pagine al minuto. Ma secondo chi ce l’ha già il gioco vale la candela: è un e-book di carta, con il vantaggio da una parte di mantenere il rapporto fisico con il lettore, dall’altro di nascere da un catalogo teoricamente immenso. Se finora si è pensato agli e-book come a nemici dei libri fisici, ci si dovrà almeno in parte ricredere.
«Viene soddisfatta la cosiddetta coda lunga», spiega Carlo Emanuele Bona, a.d. di Promedia, «con la possibilità di vendere anche libri difficili da trovare perché di nicchia. E per l’editore si tratta di completare diversi canali su cui vendere: quello tradizionale, il canale elettronico e la materializzazione di quest’ultimo».
Di print on demand si parla ormai spesso: grazie ai progressi nelle macchine di stampa, un editore può permettersi di far produrre poche copie alla volta di un volume da immettere sul mercato a seconda delle richieste, e persino uno scrittore o aspirante tale può far stampare una sola copia del suo libro.
Fra tutti, per esempio, offre questo servizio ilmiolibro.it del gruppo Espresso. Quello di On Demand Books, però, è un business diverso, perché è vero che un singolo autore può richiedere la stampa della sua creazione, ma principalmente qui si tratta di vendere libri che sono già in commercio e che vengono richiesti al momento.
Il catalogo principale è preso dalla Lightining source, la società di distribuzione della statunitense Ingram book. Si tratta di 2,8 milioni di titoli coperti da diritto d’autore. Ma anche Google Books è entrato nell’affare, mettendo a disposizione il suo catalogo di libri di dominio pubblico. Il tutto offerto attraverso il software di On Demand Books, EspressNet.
Promedia si inserisce in questa parte dell’attività, rappresenta cioè in Italia la parte software per portare nel sistema i cataloghi degli editori su EspressNet. Se necessario aiuta anche nella digitalizzazione, perché è questo uno degli aspetti del suo core business. La storia di Promedia, infatti, è singolare: nasce nel 2005 all’interno del gruppo Vincenzo Bona, uno stampatore torinese storico, che opera dal 1777. L’obiettivo era inserirsi nel cambiamento che l’industria editoriale stava subendo con l’avvento del digitale, offrendo agli editori tutti quei servizi che vanno dalla creazione degli ebook alle applicazioni, dagli arricchimenti audio e video delle opere fino ai contatti con il canale distributivo. Fra i clienti di Promedia ci sono Egea, Università Bocconi, Hoepli, mentre stanno iniziando i contatti per il sistema Espresso Book Machine.