ALBERTO MATTIOLI, La Stampa 19/3/2011, 19 marzo 2011
“Adesso vai a farti coniugare” - Lo spettacolo Ogni sabato in scena a Parigi una commedia sulla lingua: «E’ arrivato il momento di semplificare» Carla Bruni Al salone del libro la Première Dame ha incitato i bambini a coltivare il piacere della lettura L’ ortografia del francese è una delle grandi tragedie della vita
“Adesso vai a farti coniugare” - Lo spettacolo Ogni sabato in scena a Parigi una commedia sulla lingua: «E’ arrivato il momento di semplificare» Carla Bruni Al salone del libro la Première Dame ha incitato i bambini a coltivare il piacere della lettura L’ ortografia del francese è una delle grandi tragedie della vita. La consolazione, è che spesso mette in crisi anche i francesi. Fra cediglie, accenti circonflessi, acuti e gravi, dieresi, concordanze, doppie e così via pare proprio che anche a Parigi il francese sia arabo. Del resto, una delle tante critiche rivolte a Nicolas Sarkozy riguarda la sua «consecutio», spesso più precaria della sua politica. Mentre i giornali sono pieni di errori di ortografia, orrori di sintassi e lettere di chi se ne lamenta. Come rimediare? I vecchi metodi terroristici, brutali ma efficaci, della scuola di una volta sono passati di moda e in ogni caso non si applicano agli adulti. E allora tanto vale insegnare la grammatica divertendo. Racconta «Le Parisien» che in questo momento in Francia è tutto un fiorire di iniziative per salvare l’ortografia, questa «pulizia dello stile», come la chiamava Saint-Beuve (ma il solito Stendhal ammoniva: «L’ortografia non fa il genio»). Il più fantasioso è il professor Bernard Fripiat che, ironia della sorte, è belga. Oltre ad animare il sito www.orthogaffe.com, tutti i sabati sale su un palcoscenico, quello del teatro de Laurette di Parigi, per recitarci la sua «Et si on semplifiait» («E se semplificassimo»), prima «commedia ortografica» della storia teatrale francese. Gli sketch di Fripiat sono così riusciti che i maestri li scaricano dal sito per riproporli agli alunni: meno doloroso e più divertente delle bacchettate sulle dita. Non scherza nemmeno Pascal Pestre, gestore di «Un singe in hiver» (Una scimmia in inverno), un caffé di Calais. Qui l’idea è il «café-dictée», le serate con il dettato: una birra e un congiuntivo, un calvados e una coniugazione. Successo clamoroso: in due anni, più di 60 dettati per una cinquantina di «ripetenti». Le star sono due pensionati di 86 e 82 anni che non se ne sono perso uno. Dopo la pausa invernale, il 4 aprile ripartono i dettati, ogni primo lunedì del mese. E dire che qui siamo in piena zona di «Ch’tis», i francesi del Nord, terroni al contrario sbeffeggiati da tutti gli altri per l’accento... E la ricerca del francese corretto dilaga su Internet. I siti dove clicchi e ti togli il dubbio sono molti. Ma adesso virano sulla leggerezza: non a caso, l’ultimo arrivato è all’indirizzo www. vatefaireconjuguer.com, che in italiano suonerebbe «vai a farti coniugare». Intanto ieri si è aperto a Parigi il Salone del libro, con anche una breve apparizione di una sfavillante Carlà nella parte della fatina venuta a incitare un gruppo di bambini a imparare a leggere. Visto però che i loro genitori hanno disimparato a scrivere, oggi alle 12.30 ci sarà un megadettato per 350 volontari, pubblicizzato come «la grande festa delle doppie». Una sfida per chi deve mettere su carta «la mère», «le maire» e «la mer», tre parole uguali da pronunciare (beh, quasi) ma diverse da scrivere e come significato: rispettivamente, la madre, il sindaco e il mare. Viva il francese.