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 2011  marzo 18 Venerdì calendario

LA SECONDA VITA DI FRANCESCA TANZI "CHE ERRORE DARE RETTA A MIO PADRE" - MONSELICE

Fa impressione sentirla rispondere al centralino. «Blue Dream Hotel, buongiorno, sono Francesca...». In realtà fa la direttrice e si direbbe che lo fa pure bene. Non si ferma un attimo, scatta da un piano all´altro in questo albergo ex blasonato e in fase di rilancio a cinquecento metri dall´autostrada Bologna-Padova. «Sono sempre stata una pratica». Si muove tra preventivi e prenotazioni, ordina la porchetta per il ristorante, «lunedì abbiamo 100 persone a cena»: poi passa alle tende delle camere e intanto butta un occhio al disastro giapponese. Mica male per una che ha studiato geologia ma che anziché dedicarsi alla Terra - come avrebbe voluto - di mestiere - per non dispiacere al padre - ha dovuto occuparsi di turismo. E da lì è finita in carcere. Rieccola Francesca Tanzi, 43enne figlia di Calisto. Dopo il patteggiamento e la detenzione (19 giorni nel 2004, quattro mesi e nove giorni nel 2010) l´ex zarina di Parmatour riparte da un hotel di provincia (vive col marito e la figlia a 30 km da qui). Per la prima volta parla del crac Parmalat, di suo padre, del passato e della sua nuova vita.
Che ci fa qui una che girava il mondo con l´aereo privato?
«Ho sempre imparato a fare un po´ di tutto. Ho un carattere positivo, oggi faccio un lavoro che mi piace, dignitoso, dove mi valutano solo per quello che valgo e non come «figlia di». Sono qui da tre mesi, dieci ore al giorno. Prima (quando stava nel cda di Parmatour, ndr) controllavo chi faceva il lavoro che faccio io adesso».
Eugenio Grassetto, titolare della società Blue Dream spa, tra tanti curricula ha scelto il suo. Una scelta coraggiosa visto il nome che porta. O no?
«Mi ha dato fiducia e sono contenta. Sia io che mio fratello Stefano siamo più considerati ora che ai tempi di Parmalat. Chi lavora con noi ha capito che non siamo due imbecilli».
E´ il suo primo impiego, dopo il crac?
«No. Ho lavorato cinque anni per una società di Milano che organizza congressi. Io volevo fare la geologa e la restauratrice. A un certo punto ho pensato: ma perché ho dato retta a mio padre? Non volevo entrare nel turismo, non mi interessava...».
E invece è rimasta nel settore.
«Beh se impari un mestiere poi è molto probabile che vai avanti con quello».
Parliamo del buco della Parmalat. Lei nel 2007 ha patteggiato una condanna a 3 anni e 5 mesi. Perché lo ha fatto?
«Solo perché aspettavo mia figlia, la cosa a cui tenevo di più al mondo. L´ho fatto per lei. Magari questo processo sarebbe andato avanti dieci anni e lei intanto sarebbe diventata 15enne. La gente non ci crederà ma io della truffa, dei bilanci truccati, dei bond, non sapevo niente. Sapevo solo che Parmatour non andava tanto bene».
Mettiamo che abbia di fronte uno che non ci crede.
«Non c´è una sola fattura con la mia firma, di bilanci e di conti non capivo nulla. Sopra di me c´è sempre stato un amministratore delegato. Io dovevo solo fare funzionare gli alberghi e i villaggi. Dalle lenzuola ai piatti a tutto il resto. E poi facevo scouting, andavo in giro per il mondo a cercare posti nuovi».
E perché, scusi, è finita in carcere?
«Perché due persone hanno detto ai magistrati che siccome ero la figlia del proprietario della Parmalat non potevo non sapere».
Non si rimprovera niente?
«Di essermi fidata di troppe persone, di avere obbedito in tutto e per tutto a mio padre. Se tornassi indietro direi: "eh no, adesso dovete spiegare anche a me". Allora, purtroppo, non ne ho avuto la forza».
Vuole dire qualcosa alle persone che sono state danneggiate dal crac?
«Che mi dispiace molto. Voglio evitare frasi fatte o retoriche perché ho un grande rispetto per loro e per i danni che hanno subito. Anche se io con Parmalat non c´entravo niente. Ed ero all´oscuro di tutto. A mia figlia quando sarà più grande racconterò tutta questa storia che, a fatica, giorno dopo giorno, sto cercando di lasciarmi alle spalle. Le insegnerò a non avere paura o vergogna di chiedere e di voler capire quello che non ti è chiaro».
In che rapporti è oggi con suo padre?
(si raccoglie in un attimo di silenzio).
«E´ mio padre».
Ce l´ha con lui?
«Non posso parlarne male. Come uomo è sempre stato ingenuo. E entusiasta. Ma a noi figli ha insegnato dei valori, fin da piccoli».
Quali?
«Condividere quello che hai con gli altri».
Si rende conto che, per come sono andate le cose, queste parole sembrano paradossali?
«E´ sempre stato un ingenuo. Poi non so che cosa gli sia scattato».
Parliamo di Fausto Tonna, l´ex direttore finanziario di Parmalat.
«No comment».
Ha visto il film "Il Gioiellino"?
«No e non andrò a vederlo. Non sono ancora pronta. Magari lo vedrò tra qualche anno».
Suo padre dice che a inguaiare la Parmalat sono state le banche. E´ d´accordo?
«Non lo so, ma quelli che ci hanno rovinato comandano ancora l´Italia».
Chi sono?
«Niente nomi».
C´è qualcuno tra politici, banchieri, personaggi illustri che ha girato le spalle ai Tanzi?
«Il 90 per cento della "corte"».