Elena Tioli, Il riformista 18/3/2011, 18 marzo 2011
ECCO LA NUOVA WIND 173 MILIONI DI CLIENTI
Nuova puntata del risiko delle telecomunicazioni. Ieri è arrivato il via libera alla fusione tra Wind e Vimpelcom. L’operazione creerà il quinto operatore mondiale della telefonia con oltre 173 milioni di sottoscrittori nel mobile e genererà sinergie per 2,5 miliardi di dollari. Un’unione che è costata una battaglia di sei mesi contro l’azionista Telenor, contrario al progetto perché considerato non strategico.
L’intesa tra le due aziende tlc è stata proclamata con il decisivo voto a favore degli azionisti di Vimpelcom, riuniti in assemblea straordinaria. Il progetto di fusione è stato infatti approvato dal 53,3 per cento dei presenti: quota che in condizioni normali non sarebbe stata sufficiente ma che in questo caso supera il livello minimo fissato dallo statuto della società (il 50 per cento dei voti favorevoli). Il presidente e amministratore delegato di Vimpelcom, Alexander Izosimov, ha spiegato che «l’approvazione di questo progetto condurrà alla creazione di un nuovo player globale delle tlc, con una base dei ricavi significativamente diversificata e una più vasta scala di operatività».
Contrario alla fusione, dunque, Telenor, la società norvegese che controlla il 40 per cento di Vimpelcom. Telenor voleva lo stop al progetto di fusione a meno che Vimpelcom non avesse emesso azioni da dare in prelazione alla stessa Telenor. La fusione con Wind infatti avverrà tramite un aumento di capitale. La compagnia russa dovrà emettere nuove azioni da destinare a Naguib Sawiris (l’imprenditore egiziano che controlla Wind). Il magnate nordafricano rimarrà socio della nuova società con una quota del 30 per cento. Vimpelcom acquisirà di fatto il 100 per cento di Wind e il 51 per cento di Orascom, altra società tlc controllata da Sawiris.
Niente serie b in tv
Ma in Italia il settore tlc è in fermento anche per altre questioni. Certo, più locali e settoriali, ma che colpiscono gli appassionati di calcio. Dopo il fallimento di Dahlia Tv, e il rifiuto della Lega Calcio di concedere a Europa 7 i diritti sulle partite, gli abbonati dovranno rinunciare per un altro turno agli incontri di Serie B e di otto squadre di Serie A. Anche in questo week end i tifosi di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese, nonchè tutti i sostenitori di club di Serie B avranno come unica alternativa la tv satellitare.
L’ottimismo del presidente di Lega Serie B, Andrea Abodi - che aveva parlato del 18 marzo come ipotetica data per il ritorno in onda - è sfumato con la nuova procedura di commercializzazione dei diritti audiovisivi (relativi al pacchetto B - Gold Live per piattaforma Digitale Terrestre) elaborata dalla Lega nei giorni precedenti. L’asta per i diritti ex Dahlia Tv, iniziata il 10 marzo, si concluderà il 24 marzo. Per aggiudicarsi il pacchetto le società interessate dovranno rispettare i termini minimi di offerta: 850mila euro per i tre mesi di campionato 2010/2011 e 4 milioni per la prossima stagione. Altro requisito indispensabile: la capacità di «raggiungere almeno il 50 per cento della popolazione italiana».
Europa 7 aveva offerto 1 milione per l’intero pacchetto. Un’offerta ritenuta dalla Lega non congrua rispetto al valore del prodotto. Affermazione che ha causato non poche perplessità. Già il Sole 24 Ore, infatti, aveva fatto notare che la cifra ritenuta incongrua era la stessa «richiesta dalla Lega a Dahlia per il residuo dei campionati in corso». E in Italia, quando si tira in ballo il satellite, la mente va direttamente a Sky. La tv di Rupert Murdoch è di nuovo nell’occhio del ciclone per la posizione assunta sulla questione dei diritti tv sulla Serie B. Lo scorso 25 febbraio Sky aveva, infatti, presentato ricorso al tribunale di Milano contro il tentativo di assegnazione lampo dei diritti ex Dahlia a Mediaset.
A oggi, essendo venuta meno la materia del contendere, resta comunque in piedi la questione delle spese legali. Spese che, per gli avvocati Bruno Ghirardi e Ruggero Stincardini, dovranno essere pagate proprio da Sky. L’accusa per il gigante satellitare è anche «turbativa d’asta» e «abuso della posizione dominante sottesa a cristallizzare la situazione di beneficio in quanto monopolista per la serie B». Un monopolio che a detta di molti non sarà facile scalfire. La partecipazione di più contendenti all’«Invito ad Offrire» fatto dalla Lega non dà, infatti, certezze sulla possibilità di ridimensionare la posizione dominante dell’azienda di Murdoch sul calcio italiano. Posizione che, soprattutto nella Serie B, ha avuto modo di consolidarsi fin dall’avvento della tv satellitare in Italia.