Marina Forti, il manifesto 18/3/2011, 18 marzo 2011
UNA SCALA PERICOLOSA
Le autorità giapponesi sono state molto avare di informazioni in merito al disastro nucleare in corso nella centrale atomica di Fukushima Daiichi. I bollettini ufficiali parlano di livelli «più alti della norma» ma «non pericolosi» a Tokyo, ad esempio. Ma qual è un livello nella norma, accettabile, pericoloso?
Prima un po’ di lessico. La parola radioattività (o decadimento radioattivo) indica remissione di raggi alfa, beta o gamma che accompagnano il decadimento di un nucleo atomico instabile (o radionuclide). Viene misurata in Becquerel (Bq), unità di misura internazionale che esprime il numero di trasformazioni o disintegrazioni di atomi che si producono nel radionuclide: un Bq è un decadimento al secondo.
Per descrivere la presenza di radioattività nell’atmosfera di Tokyo, ad esempio, o nell’immediata vicinanza della centrale di Fukushima, è più utile un’altra unità di misura: il Sievert (Sv), che misura gli effetti (e il danno) provocato dalla radiazione sugli organismi viventi – ovvero, l’unità di misura della dose assorbita per unità di massa (l’unità di misura tradizionale era il rem, che è stato soppiantato: per chi era abituato alla vecchia misura, 1 Sievert è pari a 100 rem). Un Sievert però è cosa enorme, così l’unità più spesso usata è il millesimo (millisievert, o mSv). Attorno alla centrale di Fukushima Daiichi, dove al momento oltre un centinaio di addetti stanno lavorando disperatamente, mercoledì sono stati registrati 300 millisievert all’ora. Per capire cosa significa conviene sapere che 100 millisievert ogni 5 anni è la dose massima considerata tollerabile per gli addetti a impianti nucleari, ad esempio, mentre la dose di radioattività naturale a cui tutti siamo esposti nell’arco di un anno di solito non supera i 2 millisievert.
In effetti a qualche livello di radiazioni siamo esposti tutti molto spesso. Immaginiamo una scala. Una radiografia dentale è poca cosa, 0,01 mSv. La mammografia ne rilascia 0,4. Una radiografia ordinaria è già di più, 1 millisievert. Una Tac può arrivare a 4 mSv, una scintigrafia va dai 10 ai 20 mSv (qui parliamo di singola dose). Per restare in campo medico, in radioterapia si usano dosi più massicce, anche oltre i 40 mSv, Il 14 marzo attorno alla centrale di Fukushima erano stati registrati fino a 400 mSv in un’ora (l’altroieri erano 300 mSv, quindi in calo, poi sembra che abbiano ripreso ad aumentare). Se continuiamo a salire entriamo in zona catastrofe. Un Sievert assorbito in un’ora provoca alterazioni temporanee dell’emoglobina e può indurre i primi sintomi della «malattia da radiazioni», ad esempio nausea, anche se non è ancora una dose immediatamente letale. Tra 2 e 5 Sievert, nausea, perdita dei capelli, emorragie.
La dose di 4 Sievert in un’ora è tale da provocare !a morte nel 50% dei casi. A 6 Sievert ia probabilità di morte è quasi totale: 6 Sievert in un’ora è la dose tipica assorbita da quegli addetti della centrale di Cernobyl che sono tutti morti entro un mese dall’esposizione.