Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 18/3/2011, 18 marzo 2011
IN EGITTO VIA ALLA SVALUTAZIONE DELLA LIRA
L’economia egiziana degli ultimi decenni ha avuto due capisaldi per affrontare le avversità economiche dopo l’ultima crisi finanziaria che destabilizzò il sistema bancario: avere sempre pronta una buona quantità di riserve valutarie e mantenere un cambio stabile rispetto al dollaro.
Ieri, il cambio stabile, uno di queste linee guida, è stata abbandonata, anche se con prudenza e cautela. È una svolta storica ed è stata annunciata da Hisham Ramez, il vice governatore centrale, che ha fatto capire che la Banca centrale è pronta a lasciare gradualmente indebolire la lira perché non c’è un cambio prederminato. «La nostra politica è sempre stata di non avere un "target price" per la valuta», ha detto Ramez. «La nostra politica è che sia il gioco della domanda e dell’offerta a determinare il prezzo».
In realtà la Banca centrale egiziana è sempre intervenuta per mantenere il cambio stabile in passato (l’ultima volta l’8 febbraio quando la lira scese a 5,960 rispetto al dollaro, il punto più basso negli ultimi sei anni) ma ora, dopo la rivolta iniziata il 25 gennaio e finita l’11 febbraio con la caduta di Mubarak, la situazione è cambiata. «Ciò che conta oggi è mantenere la liquidità nel mercato. Interverremo solo in caso di speculazioni anche se questo non vuol dire che permetteremo la svalutazione», ha precisato Ramez.
La lira ha perso solo il 2% dal 25 gennaio ma secondo analisti come Mohamed Abu Basha, di EFG–Hermes, la maggior banca d’investimento egiziana, la valuta che ieri era 5,924 contro il dollaro scenderà a 6,30 alla fine dell’anno. Secondo Mona Mansour di CI Capital la Banca centrale guiderà la lira in una «graduale svalutazione evitando strappi e volatilità». In realtà la valuta sta già calando perché stanno mancando due basi per la domanda di valuta: il turismo e gli investimenti stranieri, entrambi in calo dopo il 25 gennaio.
Anche l’agenzia finanziaria Beltone Financial parla «di una Banca centrale egiziana che permetterà una graduale svalutazione della lira», mentre per altri come Magda Kandill, direttore delle ricerche all’Egyptian Center for Economic Studies, «il target price c’è ma non verrà comunicato, forse ci sarà una banda di oscillazione con maggior flessibilità di intervento». In ogni caso ora la situazione della lira è complessa per mancanza di fiducia e le riserve valutarie sono calate a febbraio di 1,7 miliardi di dollari scendendo così a 33,3 miliardi complessivi. La Banca centrale egiziana sta usando le sue riserve per compensare un deficit della bilancia dei pagamenti, una mossa considerata solo temporanea. Inoltre l’Istituto centrale si è detto pronto a intervenire fornendo liquidità alle banche dopo che gli investitori stranieri avevano venduto obbligazioni pubbliche durante la crisi politica.
La mossa della Banca centrale cerca così di recuperare un po’ di competitività dopo gli aumenti salariali, in media del 25%, intervenuti dopo la rivolta nelle aziende egiziane. La rivolta politica ha trascinato con sé quella salariale e ora la lira "molla" gli ormeggi e si avvia a perdere gradualmente un po’ del suo valore.