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 2011  marzo 18 Venerdì calendario

ESPERIMENTI SEGRETI SUI CIVILI

Cercarono le loro cavie umane nei luoghi dell’abbandono o dell’e­marginazione, fra le persone più povere e sole, nelle ca­serme affollate e nei vecchi manicomi di un Paese sottosviluppato.
Inocularono la sifilide a centinaia di detenuti, malati mentali, orfani e soldati guatemaltechi, per sperimentare l’effi­cacia della penicillina contro le malattie a trasmissione ses­suale. Fu tutto top-secret: ai “pazienti” non venne mai richiesta alcuna autoriz­zazione.
«Gli esperimenti medici avvennero in Guatemala dal 1946 al 1948», ma «dura­rono potenzialmente vari decenni» e fu­rono eseguiti da un gruppo di medici sta­tunitensi, con la complicità di alcuni guatemaltechi, spiegano i legali dei so­pravvissuti. Almeno 700 persone furono infettate: chi ha superato quell’inferno, oggi reclama un risarcimento economi­co al governo di Washington.
Ai funzionari delle prigioni o degli or­fanotrofi coinvolti, i medici offrirono in cambio frigorife­ri e medicine con­tro la malaria. In al­cuni casi, la maz­zetta fu ancora più meschina: ai dete­nuti che accettavano di avere rapporti con delle prostitute (senza sapere che e­rano affette da sifilide), venivano regala­te delle sigarette. L’agghiacciante vicenda venne svelata nell’ottobre del 2010, provocando una forte indignazione negli Usa e nel Paese centroamericano: il segretario di Stato Hillary Clinton e la responsabile della Sa­nità Kathleen Sebelius chiesero perdono pubblicamente per l’aberrante esperi­mento, mentre il presidente americano Barack Obama si scusò telefonicamente con l’o­mologo guatemalteco Al­varo Colom. L’inquilino della Casa Bianca definì il caso co­me «immorale» e ordinò la creazione di una com­missione d’inchiesta. In un primo momento gli avvocati dei sopravvissuti percorsero la via del negoziato, in attesa di un’offerta di indennizzo al di fuori delle aule giu­diziarie, da parte degli Stati Uniti. Quel­­l’offerta, però, non è mai arrivata. Per questo i difensori hanno depositato in un tribunale di Washington una denun­cia contro l’esecutivo americano per il risarcimento dei parenti per i danni «mo­rali e materiali». La richiesta di risarcimento – formulata da due studi legali americani – si basa su un importante precedente. Nel 1932 (per ben 40 anni ininterrotti) alcuni medici statuniten­si realizzarono un espe­rimento segreto in Ala­bama (a Tuskegee), sem­pre sulla sifilide. Anche in quel caso le “cavie” non vennero informate, né fu­rono curate: ai 400 afroa­mericani infettati offriro­no solo cibo, analisi mediche e in alcuni casi il pagamento delle spese funerarie. La giustizia americana ha riconosciuto il diritto di risarcimento alle vittime di quegli esperimenti. Ora anche il Guate­mala ha deciso di alzare la voce e sce­glierà per farlo l’aula di un tribunale sta­tunitense.