WAYNE ARNOLD, La Stampa 18/3/2011, 18 marzo 2011
Vita breve per il rialzo dello yen. Il Giappone presto avrà bisogno di acquistare la sua moneta - La salita dello yen al picco massimo registrato negli ultimi 50 anni appare drammatica, ma sembra riflettere esageratamente il senso di allarme del Giappone
Vita breve per il rialzo dello yen. Il Giappone presto avrà bisogno di acquistare la sua moneta - La salita dello yen al picco massimo registrato negli ultimi 50 anni appare drammatica, ma sembra riflettere esageratamente il senso di allarme del Giappone. A mercati chiusi, nelle prime ore del 17 marzo gli investitori hanno sospinto la valuta al rialzo del 4% facendola arrivare a un cambio di 76 yen per un dollaro. I mercati sembrano scommettere sull’ipotesi che le aziende e gli investitori giapponesi si ritireranno dai mercati globali e useranno il denaro per finanziare la ricostruzione dopo il terremoto dell’11 marzo. In realtà, l’impennata dello yen avrà breve durata. Mentre l’impatto economico del sisma potrebbe giustificare uno yen più debole, la devastazione del Giappone potrebbe creare una fame interna di capitali spingendo il valore della moneta in direzione opposta. Di fronte alle perdite in casa propria, investitori, compagnie assicurative, aziende e la banca centrale del Giappone potrebbero avere l’esigenza di liquidare le attività estere e acquistare yen. Vi sono anche altri fattori che possono giustificare un rafforzamento dello yen: uno di questi è il surplus commerciale del Giappone. Per di più l’anno fiscale giapponese si conclude il 31 marzo e gli esportatori e i fondi tendono a riportare a casa i profitti. In genere, in questa fase dell’anno gli investitori si preparano a un’impennata temporanea della domanda di yen. Infine, la perdita di valore del mercato azionario giapponese potrebbe costringere alcuni investitori a ridurre le proprie posizioni all’estero come mossa di compensazione. Tuttavia, l’idea di un rimpatrio in massa dei capitali a breve termine non è del tutto convincente. Il bilancio finale del terremoto potrà aggirarsi nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. Ma il Giappone potrà gestire la ricostruzione senza liquidare le attività estere. La maggior parte dei danni sarà pagata dallo Stato, non dalle compagnie di assicurazioni. Tokyo raccoglierà i fondi necessari vendendo bond ai cittadini, non liquidando i titoli di Stato americani. Le banche, ricche di depositi, avranno difficilmente bisogno di altro denaro per coprire le perdite subite dalle azioni giapponesi. Ciò nonostante, il panico è panico.