Varie, 17 marzo 2011
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Kellner Petr
• Ceska Lipa (Repubblica Ceca) 20 maggio 1964. Finanziere • «Il Paperone di Boemia [...] si è costruito a tempo di record una fortuna immensa [...] Nel 1994, con una laurea in tasca [...] vendeva fotocopiatrici. Adesso [...] è seduto su un patrimonio stimato per difetto 5 miliardi di euro. Nel frattempo, dopo aver vinto al poker delle privatizzazioni di Praga, il più rampante dei finanzieri cechi ha collezionato una grande compagnia di assicurazioni, una multinazionale del credito al consumo, case e palazzi in tutto l’Est Europa, oltre a una miriade di attività minori. Il tutto condito con una spruzzata di società dislocate in paradisi fiscali più o meno esotici, dall’Olanda a Hong Kong, passando per Cipro. La storia di questa irresistibile ascesa, per molti aspetti simile a quella degli oligarchi made in Russia, dalle nostre parti interesserebbe solo a pochi addetti ai lavori se non fosse che Kellner è diventato un affezionato partner d’affari delle Assicurazioni Generali, il simbolo più antico e blasonato dell’alta finanza italiana [...] chiamato in consiglio di amministrazione già nel 2007, ha rafforzato la sua posizione a Trieste conquistando uno dei quattro posti nel [...] comitato investimenti presieduto da Perissinotto. In un board pletorico per gli standard internazionali (19 poltrone), con un’età media di 58 anni e passa, l’investitore che viene da Praga [...] fa la figura del ragazzino. E, in confronto allo stile compassato (a dir poco) da sempre in voga nel gruppo assicurativo, Kellner può anche sembrare un tipo piuttosto originale. Un po’ per via delle sue passioni (dichiarate) per la fotografia, il design e l’arte contemporanea. Un po’ per le immagini in circolazione, che lo ritraggono in maniche di camicia con il colletto sbottonato e la barba rada, vagamente rassomigliante al collega russo Roman Abramovich, il patron del Chelsea. Il feeling con Trieste, però, non è certo questione di cariche o di look. L’oligarca di Boemia è da anni la sponda più sicura per gli affari nell’Europa orientale della compagnia [...] Tutto comincia nel 2007, quando le Generali premono sull’acceleratore per aumentare la loro tradizionale presenza sui mercati dell’Est. Kellner può vantare una dote fondamentale. A Praga controlla la Ceska Pojistovna, la più importante fabbrica di polizze del Paese, con oltre 9 milioni di clienti, già presente, per esempio, anche in Russia, Slovacchia e Ucraina. Affare fatto. Il tycoon ceco fa un passo indietro. Cede il controllo della compagnia, ma resta socio di minoranza, al 49 per cento, di una holding che possiede Ceska Pojistovna e altre attività targate Generali, che diventano azionista di maggioranza della neonata società. L’accordo viene siglato a gennaio del 2008. Kellner se la cava alla grande. L’operazione frutta 2,7 miliardi di profitti a bilancio della sua finanziaria personale con base in Olanda, la PPF group, che altrimenti avrebbe chiuso l’esercizio in rosso di oltre 200 milioni. Anche le Generali festeggiano l’affare con oltre 334 milioni di utili straordinari, ovvero una fetta rilevante del risultato consolidato (860 milioni) del 2008, l’annus horribilis della finanza. Insomma, da principio tutti ci guadagnano, almeno sulla carta. Poi però l’espansione sui mercati dell’Est, obiettivo dichiarato dell’alleanza, ha finito per rivelarsi più complicata del previsto, anche per via della bufera finanziaria innescata dal crack di Lehman. [...]» (Vittorio Malagutti, “L’espresso” 27/5/2010).