Michele Serra, la Repubblica 17/3/2011, 17 marzo 2011
CORSIVI
La "fidanzatina" evocata da Berlusconi come scudo virtuoso contro le tentazioni della carne è uno dei misteri gaudiosi delle notti arcoriane. Nessuno sa chi sia, nelle intercettazioni non figura, non esistono ipotesi o illazioni sulla sua identità, eppure non è la prima volta che Berlusconi la cita, incurante dell´inevitabile ilarità che quel termine – fidanzatina – suscita se accostato a un signore molto maturo come lui, e per giunta già titolare, a quanto si vocifera, di parecchie fidanzatone.
Vengono alla mente – più che le carnali cortigiane con conseguenti trame di palazzo – i fantasmi incantati dell´infanzia (si sa che ogni anziano è anche un bimbo di ritorno). Per esempio l´amico immaginario: quasi ogni bambino ne ha avuto uno. Da piccolo rivendicavo, non ricordo perché, l´amicizia di un certo signor Dardanelli, immaginario compagno di giochi e portatore di doni. La fidanzatina di Berlusconi dev´essere dunque una signorina Dardanelli, o giù di lì, che lui solo può vedere, lui solo sa com´è. Un´amica immaginaria che lo sottrae al trambusto defatigante delle sue notti, che lo difende dalle maldicenze, e gli rimbocca le coperte quando è finalmente solo nella sue cameretta di duecentottanta metri quadrati. E non gli scuce quattrini, almeno lei, almeno una che gli vuole bene non per le grevi cose materiali, ma per condividere la leggerezza dei sogni.