Carlo Mercuri, Il Messaggero 13/3/2011, 13 marzo 2011
IL NUOVO REATO: L’OMICIDIO STRADALE
Dopo l’omicidio volontario, l’omicidio preterintenzionale e l’omicidio colposo, il Codice penale starebbe per arricchirsi di un quarto tipo di reato, l’“omicidio stradale”, con pene più vicine al livello dell’omicidio volontario che non dell’omicidio colposo.
Lo sostiene Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera: «Nelle prossime settimane - dice - presenteremo un provvedimento per introdurre nel Codice penale l’omicidio stradale come nuova fattispecie di reato. E’ l’unica ipotesi percorribile - continua - per uscire dall’attuale previsione del Codice penale. Ora uno può ammazzare 2-3 persone e stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi», dice ancora Valducci, e conclude: «Io ritengo che nel momento in cui una persona ubriaca si mette al volante, conosce l’alto rischio a cui va incontro».
La proposta di Valducci è un po’ nell’onda. Soltanto l’altroieri la Cassazione ha contestato il reato di omicidio volontario a un pirata della strada, rinviando il verdetto emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma nei suoi confronti. Sostiene Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania: «E’ più che mai necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi. Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi. Penso - continua Salvati - a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge».
Anche per Giuseppa Cassaniti, presidente dell’Associazione italiana Familiari vittime della strada, la proposta di Valducci va nella giusta direzione: «Occorre - dice - chiamare finalmente con il nome esatto l’omicidio commesso sulla strada da chi guida ubriaco o drogato. Basta con la sottovalutazione di questi reati: chiamiamoli crimini e non più incidenti». Un altro che nei giorni scorsi ha esortato le Istituzioni a cambiare le leggi in materia di sicurezza stradale è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi: «Vogliamo cambiare le leggi con il reato di omicidio stradale - ha detto - Il Paese spende circa 23 miliardi di euro per gli incidenti stradali. Proviamo a spenderli meglio».
Il Nuovo Codice della strada è, d’altronde, «un cantiere sempre aperto», come ama dire Valducci, considerato un po’ il “padre” del testo, varato nel settembre scorso. Ed essendo sempre aperto è in continua trasformazione: lo stesso Valducci ha anche ricordato che si sta lavorando all’ipotesi di una legge-delega per “spacchettare” il Codice in due parti. Così spiega: «Invece di avere un unico Codice monolitico, formato da 280 articoli, ci siamo detti che sarebbe stato meglio dividerlo in due parti; una prima parte, 90 o 100 articoli, che dovrebbe essere un vero e proprio codice di comportamento per chi guida, e una seconda parte, 180 articoli o giù di lì, che dovrebbe riguardare i veicoli e le infrastrutture. Con lo “spacchettamento” noi intendiamo facilitare la vita di chi guida, perché forniremo un carnet di norme di più semplice lettura».