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 2011  marzo 17 Giovedì calendario

«Dopo san Francesco ora canto un martire» - Angelo Branduardi ha scelto un’impronta pirandelliana per il suo nuovo album Così è se mi pare

«Dopo san Francesco ora canto un martire» - Angelo Branduardi ha scelto un’impronta pirandelliana per il suo nuovo album Così è se mi pare. A comporre Così è se mi pare so­no quattro nuovi pezzi e due cover, The scarlet tide di Elvis Costello e Fairy ta­le in New York dei Pogues. Mezz’ora di suoni dal sapore antico cui prestano e­stro e penna Maurizio Fabrizio, Walter Tortoreto e la moglie Luisa Zappa Bran­duardi. La scelta di includere solo sei pezzi è imposta da due necessità: mettere in vendita il cd a prezzo ribassato (9,90 euro) e poter curare ogni dettaglio in maniera quasi maniacale. «Non aven­do più obblighi di classifica o di mer­cato, posso concedermi il lusso di fare i dischi proprio come voglio. Anche perché in Italia come in Germania, in Belgio o in Francia il mio zoccolo du­ro, i ’Branduardians’, non me lo tocca nessuno’ spiega, mostrando con or­goglio il calendario di un tour, al via do­mani dal Teatro Anselmi di Pegognaga, Mantova, dislocato soprattutto all’e­stero ma con significative puntate in I­talia, come ad esempio il 16 aprile al­l’Aquila. In Gira la testa (La veglia di San Ge­molo) si aggiunge alla comitiva pure il paroliere Pasquale Panella. «Il pezzo nasce da una nostra chilometrica te­lefonata in cui gli ho raccontato la mi­tica storia di san Gemolo, martirizzato attorno all’anno Mille nel luogo in cui oggi sorge la Badia di Ganna, poco lon­tano da dove vivo. Decapitato dai bri­ganti, l’uomo (che li aveva inseguiti e cercato di convincerli in nome di Dio a riconsegnare ciò che avevano ruba­to a suo zio vescovo, che transitava di lì in viaggio verso Roma - ndr) raccol­se la propria testa, risalì a cavallo, e fe­ce ritorno al proprio accampamento. Poi, compiuta la sua missione, accettò di riposare per l’eternità». Nel suo nuovo tour, ovviamente, ci sarà spazio anche per un altro santo: «Il mio album L’infinitamente piccolo , dedica­to a san Francesco, continua ad avere così tanto successo che sicuramente gli dedicherò uno spazio speciale ne­gli spettacoli». Branduardi torna poi col pensiero ai fan: «Mi sono stati sempre vicini, anche quando raschiavo il fon­do del barile con un album decisa­mente brutto quale Branduardi dell’81 o mi facevo prendere dalla depressio­ne ne Il ladro, disco ottimo ma in cui il disturbo bipolare affiora in maniera e­vidente ». Mentre continua a carezzare l’idea di una colonna sonora solo per violino, l’uomo «entrato nella storia senza passare per la cronaca» grazie ai trionfi de Alla fiera dell’Est recita il re­quiem della musica Occidentale met­tendo mano all’ottavo capitolo del suo viaggio nel barocco della collana Fu­turo antico . «Basato come al solito sul­le ricerche di Francesca Torelli, questo nuovo salto nel tempo avrà ad oggetto il Concilio di Trento e le musiche cre­sciute nella corte papale durante i vent’anni di permanenza tridentina». Volutamente fuori sintonia rispetto al mercato discografico attuale, Bran­duardi può permettersi pure una sti­lettata a quei talent show che sembra­no essere diventati l’ultima spiaggia dell’agonizzante mercato del disco. «Più li guardo e più penso che quasi quarant’anni fa Canzone intelligente di Ponzoni, Pozzetto e Jannacci nella fra­se ’per far successo con la gente / si prende un filo logico importante / la casa discografia adiacente / veste il cantante come un deficiente / lo lan­cia sul mercato sottostante’ offrisse u­na fotografia perfettamente a fuoco di quel che accade oggi».