Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 17 Giovedì calendario

In un video l’orrore degli ospedali giudiziari - Un letto dove si viene legati e un foro nel mezzo per la caduta degli escrementi ed un paziente, completamento nudo, bloccato con corde intorno alle braccia e alle gambe

In un video l’orrore degli ospedali giudiziari - Un letto dove si viene legati e un foro nel mezzo per la caduta degli escrementi ed un paziente, completamento nudo, bloccato con corde intorno alle braccia e alle gambe. Il letto è arrugginito, per l’urina che da anni lo bagna. C’è anche questo nelle immagini presentate ieri mattina dalla Commissione d’inchiesta sul Sistema sanitario nazionale per denunciare l’orrore degli Ospedali psichiatrici giudiziari italiani. Le immagini sono contenute in un video girato in sei strutture. «È semplicemente un inferno dei dimenticati», denuncia il presidente della commissione, Ignazio Marino. Il video sarà trasmesso domenica prossima nel programma «Presa diretta» di Raitre. I detenuti sono in condizioni che Marino definisce «disumane». Sporcizia ovunque, spazi angusti, bottiglie d’acqua nel buco dei bagni alla turca per rinfrescarle o per impedire la risalita dei topi. Loro, i malati prigionieri, in molti casi si trovano negli ospedali per reati minori che risalgono anche ad molti anni addietro e soffrono di patologie mentali per le quali non sono però curati: pochissimi infatti i medici presenti, e nessuno psichiatra, per 4 ore a settimana in strutture in cui si contano anche 300 persone. «Qui ti uccidono piano piano», dice uno di loro. «Sono luoghi infernali, rimasti inalterati dal 1930 all’epoca del Codice Rocco - spiega Ignazio Marino -. Molti vi sono rinchiusi anche per reati minori di decenni prima ed in numerosi casi esiste anche la proroga, per cui una persona viene mantenuta negli Opg per mancanza di percorsi alternativi di assistenza, fino ad arrivare a una condizione che gli stessi magistrati definiscono di “ergastolo bianco”. Non possiamo tollerare che persone vengano dimenticate così per decenni e vogliamo arrivare - aggiunge Marino - ad un superamento definitivo degli Opg». Vale a dire chiuderne almeno tre su sei e, comunque, arrivare all’individuazione di nuove strutture a custodia attenuata anche più necessarie dopo le vicende di Montelupo Fiorentino (dove un internato è morto per aver inalato del gas) e Aversa (dove due guardie della polizia penitenziaria sono arresti domiciliari per aver abusato di un internato trans). La commissione sta realizzando un monitoraggio settimanale dei sei Opg per arrivare alla «liberazione» di 376 internati (su un totale di circa 1500) per i quali non sussiste il requisito della pericolosità sociale: i primi 65 sono già usciti. Per altri 115 è stata prevista una proroga della pena. Di questi ultimi, solo 5 sono ancora internati, perché ritenuti socialmente pericolosi, per gli altri accade qualcosa di diverso, sono dentro perché «il territorio li rifiuta». L’iniziativa ha il sostegno della maggioranza. Lo ha ricordato il senatore Michele Saccomanno, del Pdl, relatore dell’inchiesta. «Lo sforzo economico a sostegno della riabilitazione e presa in carico di questi cittadini da parte della sanità regionale c’è: la commissione ha ottenuto dal governo l’impegno per uno stanziamento di 10 milioni di euro per l’assistenza».