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 2011  marzo 17 Giovedì calendario

I CONTROLLORI DELL’ATOMO ITALIANO: ENTUSIASTI E SENZA POTERE

Con un pessimo tempismo, venerdì 11 marzo l’oncologo Umberto Veronesi presidente dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare assicurava: “Le centrali sono sicure, anche se c’è un’ideologia antinuclearista pronta a giurare il contrario”. Nella lezione all’Accademia dei Lincei sul tema scienza e fede, in teoria, Veronesi doveva incarnare la scienza. Ma la sua fede nella sicurezza del nucleare era assoluta: “Le ricerche parlano di un aumento di rischio derivante dalle centrali si basano su presupposti sbagliati”.
POCHE ORE dopo lo tsunami giapponese avrebbe ricordato al professore 85enne che le radiazioni emesse dalle centrali in condizioni normali non sono l’unica variabile da considerare, ci sono anche gli incidenti. Ma di questo l’Agenzia per il nucleare, o almeno quell’embrione che esiste al momento, non si è mai occupata. A novembre, quando il governo ha nominato i vertici dell’Agenzia dopo oltre un anno di attesa, ha scelto soltanto due veri esperti di nucleare, i professori Maurizio Cumo e Marco Enrico Ricotti. C’è poi un magistrato esperto di antiterrorismo (per rispondere a chi teme gli attentati), Stefano Dambrouoso, e un viceprefetto, Stefano La Porta, che a parte l’esperienza da direttore generale dell’Ispra non ha competenze specifiche in materia. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, prima di La Porta, aveva addirittura provato a nominare il proprio capo di gabinetto Michele Corradino, un esperto di diritto amministrativo.
L’Agenzia per il nucleare ancora non ha una sede, anche se il sottosegretario Stefano Saglia che segue i dossier energetici ha promesso che sarà a Roma. Nonostante questo il ministro dello Sviluppo Paolo Romani assicura che il programma per l’avvio del nucleare “sta procedendo secondo i tempi e le procedure prefissate”. Ma è lui stesso ad ammettere che per quanto riguarda l’Agenzia “per partire ci sono ancora 23 scadenze” amministrative.
LA STRUTTURA guidata da Veronesi ha compiti ambiziosi e decisivi, se davvero si iniziasse a lavorare per avere nuove centrali operative nel 2020: individuare i siti dove costruire i reattori, stabilire come smaltire le scorie radioattive. Ed è “l’autorità unica nazionale” in materia. Compiti da ingegneri nucleari, quindi, da tecnici con competenze aggiornate e molto specifiche più che da esperti collaterali quali sono Veronesi, Dambruoso e La Porta.
A questo si aggiunge che una struttura così delicata nasce con pochi fondi (nel migliore dei casi 1,5 milioni di euro nel 2011). In teoria entro quest’anno dovrebbero esserci 180 assunzioni che si aggiungono ai 50 dipendenti (non solo ingegneri, ma anche amministrativi) che verranno trasferiti dall’Enea, l’Agenzia per l’energia e le nuove tecnologie, uno dei pochi centri dove si è conservato un po’ di sapere nucleare. Questo è l’altro grande problema della supervisione sul nucleare in Italia: dopo il referendum del 1998 che ha bloccato l’atomo, i laureati in ingegneria nucleare sono crollati da 300 all’anno a meno di 75. Riduzione a cui è corrisposta un analoga e progressiva diminuzione dei docenti e ricercatori specializzati in materia. Secondo i calcoli sconfortati dell’economista filo-nucleare Alberto Clo (nel suo libro per il Mulino Si fa presto a dire nucleare) le risorse dell’Enea sono crollate dai 700 milioni di euro del 1985 ai meno di 300 di oggi.
SE L’AGENZIA per il nucleare ha competenze ancora da verificare e resta priva di una sede, figurarsi se ha avuto modo di riflettere sul tema più delicato: che fare delle scorie dopo l’avvio della produzione. Soltanto smaltire le scorie delle centrali spente oltre vent’anni fa, stima la So-gin (che di questo si occupa), costa all’Italia sei miliardi di euro. In Inghilterra si sono accorti che smantellare 19 centrali arrivate alla fine della loro vita energetica è diventato un salasso superiore a ogni aspettativa, almeno 100 miliardi di euro. Ma anche su questo Umberto Veronesi ha idee molto chiare (ed economiche): “Potrei dormire in camera da letto con le scorie”.