Notizie tratte da: Federico Rampini # San Francisco Milano. Un italiano nell’altra America # Editori Laterza 2011 # pp. 181, 15 euro., 17 marzo 2011
Federico Rampini, San Francisco Milano. Un italiano nell’altra America, Editori
Trasparenza. «L’America è il paese della trasparenza. Può perdonarti un errore, non la bugia con cui cerchi di nasconderlo». Allarmi. Quella volta che, avendo fatto scattare per sbaglio l’allarme antifurto della sua abitazione, tempo quattro minuti, Rampini si vide arrivare tre pattuglie della polizia. «Dalle tre auto della polizia ho visto scendere un gruppo di agenti così fatto: due bianchi, due asiatici, un latinoamericano, un nero. Un campionario di forze dell’ordine molto “politically correct”, specchio fedele della società multietnica di San Francisco […]. Il giorno in cui a Milano circoleranno pattuglie di polizia con agenti albanesi e marocchini, faranno meglio il loro mestiere». Divieti. «Ormai qui fumano solo neri e messicani. È diventato il vizio dei poveri. Dunque il divieto assoluto è rispettato con rigore non solo in tutti i luoghi pubblici, compresi bar ristoranti discoteche, ma anche nelle case private. Per poter fumare in santa pace uno la casa se la dovrebbe comprare. A quel punto, coi milioni che ha speso ci fa quello che vuole. Ma poi riuscirà a rivenderla?». Elezioni. Il cittadino di San Francisco che offrì il suo garage per lo svolgimento delle elezioni presidenziali. All’impiegato di un’agenzia di banca che aveva messo a disposizione i locali per lo stesso servizio, capitò di dimenticare che le operazioni iniziavano alle sette. Essendosi presentato alle otto e mezza, per recuperare, fece votare all’aperto con le schede appoggiate sui cofani delle auto parcheggiate. Infrazioni. Multe comminate a San Francisco nel 2004 per sosta in doppia fila: 28.704. Il presidente della Confcommercio locale, Stephen Cornell: «La polizia ha ragione. Se qualcuno crede che lasciare la macchina in seconda fila sia un peccato veniale, sbaglia. Chi lo fa rallenta il traffico, quindi causa ingorghi di cui le prime vittime siamo noi commercianti». Per evitare ingorghi davanti alle scuole all’ora di uscita degli alunni, le scuole organizzano una distribuzione di numeri: ogni scolaro ha il suo, ogni mamma ha lo stesso numero che esibisce su un cartello appoggiato al cruscotto dell’auto, e i bidelli sorvegliano che le soste delle auto siano brevissime lungo la corsia riservata. Educazione. «Sarà per le origini protestanti e puritane, ma una caratteristica ben visibile nella società americana è che generalmente i più ricchi ci tengono a essere anche i più educati. Da noi è piuttosto vero il contrario, e questo rende maledettamente difficile organizzare una città civile». Culti. «Il pedone è oggetto di un culto religioso esternato in complesse liturgie. Il rito pressappoco si svolge così: se c’è un pedone vicino al ciglio del marciapiede, l’automobilista inchioda e aspetta che quello manifesti le sue intenzioni. Se il bipede indugia, il motorizzato resta immobile, nell’attesa paziente che la divinità camminante attraversi» (d’altra parte il pedone che infrange il codice della strada, viene multato a sua volta per jaywalking, reato pedonale perseguito dalla polizia). Ferie. Media dei giorni di vacanza in California: 12 giorni all’anno, meno della media nazionale. Il 56 per cento dei Californiani lavora più di 40 ore a settimana (nel 2004 la California era la quinta potenza economica mondiale: 36 milioni di abitanti, il suo Pil equivaleva a quello francese). Google. Regola d’oro vigente tra i lavoratori di Google (fondata tredici anni fa, l’impresa conta diecimila dipendenti): ciascuno deve riservarsi il 20 per cento del proprio tempo di lavoro «per fare qualcosa che gli piace». Recall. Dall’inizio del Novecento, i cittadini californiani, se sono stati delusi da un rappresentante che hanno eletto (dallo sceriffo di contea al sindaco, al governatore dello Stato), possono indire un referendum per sancire la fine del mandato. La legge sul Recall fu una conquista del Progressive Movement, rivolta della società civile contro il ceto politico corrotto dai grandi monopoli capitalistici. MoveOn. Movimento della società civile nato nel 1998, anno del caso Lewinski (oggi conta due milioni di aderenti). Tutto cominciò da una mail dei coniugi Wes Boyd e Joan Blades, che scrissero a cinquanta amici: «Censor Clinton and move on» (“censurate Clinton e andate avanti”). In tre settimane la petizione fu firmata da 250 mila persone e i soldi raccolti bastarono per comprare una pagina di pubblicità sul “New York Times”. Cinesi 1. La peste bubbonica scoppiata nella regione di Guangdong, nella Cina meridionale, arrivata a San Francisco nel 1900 attraverso l’ondata immigratoria. Fondata cinquant’anni prima, quando la costruzione delle ferrovie transcontinentali richiamava manodopera, quell’anno Chinatown contava 30 mila abitanti. Esaurita l’opera di costruzione gli immigrati si erano riconvertiti in pescatori, contadini, operai, avevano aperto lavanderie e ristoranti. Isolata Chinatown con un cordone sanitario, il governo cinese minacciò, invano, di fare causa a Washington per chiedere 30 mila dollari di danni per ogni giorno di isolamento coatto dei suoi concittadini. Protestavano anche i bianchi più ricchi, rimasti a corto di cuochi, camerieri e lavandaie cinesi. Così fino al 1907, quando il nuovo ufficiale sanitario, Rupert Blue, lanciò la campagna per l’igiene, con una taglia di 25 centesimi per ogni topo catturato. Nel 1908 la peste bubbonica fu sconfitta (totale di ratti soppressi: due milioni). Cinesi 2. Oggi la Chinatown di San Francisco è la più antica e più grande di tutto il modo occidentale. In città i templi buddisti sono più numerosi delle chiese cattoliche. Gli studenti cinesi sono i più bravi nelle facoltà di fisica e ingegneria (conquistando il maggior numero di borse di studio). Melting pot. Nel censimento demografico del 2000, in California immigrati (ispanici e asiatici) e minoranze etniche (neri e indiani d’America), hanno raggiunto la maggioranza della popolazione (il 53,3 per cento). Studenti universitari stranieri: nelle facoltà di economia il 21 per cento, di matematica e informatica il 14 per cento, di ingegneria il 13 per cento (la quota è superiore negli studi postuniversitari, master e dottorato, in testa i giapponesi, seguiti da coreani, cinesi, indiani). Nella Silicon Valley un terzo delle imprese sono state fondate da immigrati asiatici (nel 1998 furono censite 2.700 aziende create da cinesi e indiani, per un totale di 17 miliardi di dollari di fatturato e 58 mila posti di lavoro). Cimiteri. La riforma dei regolamenti dei cimiteri di San Francisco per adattarli ai culti per lo più delle comunità asiatiche, e consentire, per esempio, ai cinesi di lasciare sulle tombe i mandarini, e agli abitanti delle Isole del Pacifico di lasciare cotolette di maiale. Cioccolatai. Domenico Ghirardelli di Rapallo, che, attratto dalla febbre dell’oro, nel 1949 partecipò a una spedizione in California, andata a vuoto. Si rifece con il cacao, fondando, nel 1852, la Ghirardelli Chocolate Company, tuttora la più celebre marca di cioccolatini americani e un monumento storico di San Francisco. Altri come lui, si diedero all’agricoltura (essendo genovesi le compagnie specializzate nella navigazione verso la West Coast, per lo più venivano dal settentrione). Il più famoso, Marco Fontana, diventato re della frutta in scatola (marchio Del Monte). Le prime aziende vinicole furono fondate da piemontesi e svizzeri ticinesi: sopravvissuti al proibizionismo specializzandosi nel vino per la messa, dopo la seconda guerra mondiale, metà di tutta la produzione di vino californiana era in mano a quattro cooperative di origine familiare italiana (Di Giorgio, Franzia, Petri, Gallo Winery). Taglialegna. I settecento taglialegna italiani che nel 1909 fecero sciopero a oltranza alla McCloud Lumber Company (finché non intervenne la Guardia Nazionale). Nel 1900 alla Southern Pacific Railway il 40 per cento della manovalanza era italiana. Pescatori. Nel 1850, all’angolo fra Jackson Street e Kearny, l’inaugurazione del primo teatro lirico della California. Per reclutare i coristi il direttore d’orchestra andava a cercarli sui moli del Fishermen’s Wharf, dove i pescatori rammendavano le reti cantando a memoria la Traviata. Banchieri. Se San Francisco si è imposta come la più importante piazza finanziaria affacciata sul Pacifico, è stato proprio grazie agli italiani: il milanese John Fugazi, i liguri Andrea Sbarboro e Andrea Giannini, che fondarono, rispettivamente, la cassa di risparmio Columbus Savings & Loans (nel 1893), la Italian-American Bank (nel 1899), la Bank of Italy, diventata Bank of America (nel 1904). Tecnologi. Tra gli immigrati italiani in California dell’ultima generazione Andrea Viterbi (ha inventato l’algoritmo essenziale per la telefonia mobile, alla base dello standard Cdma), Federico Faggin (suo il microchip 404, brevettato da Intel, all’origine dei moderni personal computer), il biologo Roberto Crea (uno dei fondatori della Genentech, padre dell’insulina artificiale). Italiani. «Più vivi lontano, meno riesci a rassegnarti a questo paradosso; presi uno per uno gli italiani sono forse gli individui più flessibili e adattabili del mondo, hanno una capacità di improvvisazione (in senso positivo), quasi unica, sanno reagire alle difficoltà con inventiva; ma negli italiani come società collettiva queste qualità scompaiono e addirittura si rovesciano, fino al collasso di una civiltà urbana provocato da tre centimetri di neve». Tram. Il tram elettrico degli anni Venti milanese, che attraversa la Market Street, una delle arterie principali del centro di San Francisco, vista sul mare. La carrozza inviata dal Comune di Milano nel 1983, in occasione dell’Historic Trolley Festival, alla fine dell’esposizione, fu donata. Per potenziare il servizio, nel 1998 la Società Muni (l’Atm locale), ha comprato altri dieci tram milanesi d’epoca (costo di una corsa: un dollaro).