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 2011  marzo 17 Giovedì calendario

FRANCO GAETANO TESSE LA SUA TELA

Non si nasconde un po’ di orgoglio negli ambienti vicini a Francesco Gaetano Caltagirone per la nomina di Roberto Napoletano a direttore del Sole 24 Ore. Il passaggio di Napoletano dalla direzione del caltagironiano Messaggero al confindustriale Sole è sintomo che il gruppo editoriale dell’ingegnere romano è base e passaggio per carriere giornalistiche di rilievo: anche l’attuale direttore del Tg2, Mario Orfeo, arriva da un’esperienza alla guida di un altro quotidiano di Caltagirone come Il Mattino di Napoli.

Ma il settore editoriale per Caltagirone è uno solo uno dei comparti di cui si compone il suo articolato e diversificato impero economico e finanziario che gli frutta una rete di relazioni ad ampio spettro.

Non è passato inosservato agli addetti ai lavori che ieri, anche con il gradimento dell’imprenditore romano, oltre quello del management di Generali, è entrato nel consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo Angelo Miglietta, segretario generale della Fondazione torinese Crt, al cui vertice spicca anche il torinese Fabio Corsico, 37 anni, direttore delle relazioni istituzionali e sviluppo del gruppo Caltagirone, autore con Paolo Messa di un recente libro sulle fondazioni bancarie («Da Frankenstein a principe azzurro», Marsilio editore).

Sbaglia infatti chi considera Caltagirone soltanto un editore e costruttore. Certo il core business del gruppo resta ancora quello immobiliare e delle costruzioni, con le controllate Cementir e Vianini quali fulcro della galassia. Ma ormai da tempo la presenza nelle banche e nella finanza è diventata sistemica, con un attivismo che pochi si aspettavano. Come azionista di Generali, Caltagirone non ha mancato di far trapelare il suo sconcerto per le diatribe innescate dalle ripetute interviste di Diego Della Valle, arrivando quasi a minacciare – come scritto dal Corriere della Sera – di uscire dal Leone se non ci fosse un’inversione netta sulla redditività delle Generali. Non è un mistero, inoltre, che il costruttore romano abbia consigliato una direzione ad hoc per valorizzare il settore immobiliare del gruppo assicurativo, non trovando riscontro finora nell’operato del group ceo Giovanni Perissinotto. Questo non significa che Caltagirone, vicino ma autonomo rispetto a Geronzi, al di là di mugugni e rilievi, non possa essere definito uno stabilizzatore più che un elemento di rottura. Come ad esempio in Mps, di cui è azionista e vicepresidente: nella banca presieduta da Giuseppe Mussari è ritenuto un punto fermo e solido, nel momento in cui l’istituto senese potrebbe essere in procinto di ricapitalizzare con una fondazione bancarie che però non vuole diluirsi. La contemporanea presenza in Generali ed Mps consente a Caltagirone di essere al centro di tre partite in corso per il riassetto del capitalismo italiano. C’è la partita del salotto buono che governa Rcs, con un ruolo indiretto di Caltagirone attraverso Generali. C’è la questione della ridefinizione in fieri della catena di comando che parte da Unicredit, passa da Mediobanca e arriva a Generali. E c’è anche il futuro del Leone in vista di una possibile aggregazione estera con un partner alternativo tra la francese Axa (che ha un accordo con Mps) e la tedesca Allianz. Soltanto in un ambito Caltagirone appare defilato: è quello confindustriale. Certo è parte dell’Unione degli industriali di Roma. È presidente dell’associazione degli Amici della Luiss. Ma non partecipa attivamente alla vita della confederazione presieduta da Emma Marcegaglia, anzi.Tanto è sostanzialmente disinteressato a Confindustria, tanto coltiva anche per necessità le istituzioni con le istituzioni e la politica. Come socio forte della municipalizzata romana Acea intrattiene rapporti, al momento discreti ma non eccellenti con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Come azionista di Grandi Stazioni collabora stabilmente con il colosso delle Ferrovie dello stato guidato da Mauro Moretti. E soprattutto come proprietario di Vianini che vince commesse pubbliche all’estero ma anche in Italia interloquisce con regioni, enti locali e aziende pubbliche.

Negli ultimi anni, non solo per la parentela con il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, è avvicinato, coinvolto e informato sulle principali iniziative politiche o a rilevanza politica. È’ stato il caso della proposta di patrimoniale straordinaria sulle plusvalenze immobiliare dettagliata dal banchiere Pellegrino Capaldo, che prima dell’intervista al Corriere della Sera l’aveva presentata in anteprima a una ristretta cerchia di personalità tra cui proprio Caltagirone. Le relazioni moderate e bipartisan del costruttore sono notorie. Chissà, però, se l’ingegnere romano condivide ancora la valutazione che espresse oltre un anno fa su Gianfranco Fini: «È un politico di spessore, che è molto cresciuto».