Marco Lombardo, il Giornale 13/3/2011, 13 marzo 2011
«Non c’è alcun dubbio: il computer è donna» - La sede italiana di Hp è una specie di formicaio di vetro dove tutti danno l’impressione di essere molto impegnati
«Non c’è alcun dubbio: il computer è donna» - La sede italiana di Hp è una specie di formicaio di vetro dove tutti danno l’impressione di essere molto impegnati. E lo sono, ovviamente, dietro a dei muri trasparenti dove sono in corso riunioni e dove si mischiano affari e passione. Come ogni formicaio che si rispetti, anche in Hp esiste una regina che dopo aver organizzato i piani della giornata riceve gli ospiti in una di queste brulicanti salette. Computer accesi, grafici ogni dove, la promessa di non sbirciare le cose segrete della casa e quindi il reset: Alessandra Brambilla si siede, spegne la funzione comando e sorride. «Di cosa vogliamo parlare? », dice con uno sguardo conciliante. «Non di cose tecniche». E la riposta accende gli occhi azzurri: è come un segnale, si può parlare di passione, la sua. La tecnologia, insomma. Perchè Alessandra Brambilla, 43 anni, vicepresidente e general manager della Hp Personal Systems Group, è in azienda da sempre e nella tecnologia da una vita: «Ho fatto il liceo classico, una scelta che mi ha aperto la mente e che consiglio. Così all’ università ho optato per ingegneria, perchè volevo vedere l’altra faccia della medaglia. Alla fine si è aperta una porta in Hp e ci sono entrata. E non sono più uscita». Carriera fulminante, sette anni all’estero e ora il ruolo di - infatti - regina di un laboratorio sempre in movimento. E soprattutto sempre in prima linea a parlare di computer pieni di design e potenzialità, o di stampanti che - avanti così - tra un po’ faranno anche il caffè su comando. Ma soprattutto Alessandra Brambilla è una donna. E questo è appunto l’inizio. «Perché: lei ci trova qualcosa di strano?». In verità no. Però: provi a pensare di essere in un megastore di elettronica... «Ci sono». Quante donne vede in giro? «Molte. Soprattutto in compagnia di un uomo». Appunto. Dunque... «Dunque è vero: di solito si pensa che la tecnologia sia maschile. Soprattutto ai vertici di un’azienda. Ma...» Mi convinca. «Ma noi donne siamo più consone a un mercato in continua innovazione. E dove la competitività è un fattore decisivo». Questo è vero. Detto da un punto di vista maschile, s’intende... «Guardi che non è affatto un fattore negativo. Anzi». Ci mancherebbe... «Le dico questo: la tecnologia è un mercato complesso e orizzontale dove la diversità è un valore. E come diversità intendo non solo quella tra uomini e donne, ma anche quella di età e di formazione culturale». E quindi? «E quindi in Hp funziona così: la diversità anticipa i tempi, si ragiona solo per meritocrazia con l’obbiettivo di valorizzare i talenti. E questo facilita il lavoro di tutti, uomini e donne, mamme comprese. E poi...». Già, vero, e poi le donne... «E poi l’universo femminile è un fattore d’acquisto: dietro a un uomo che compra c’è sempre una donna che lo guida. Un fattore umanistico che noi studiamo a fondo». Ah, ecco. Torniamo quindi in quel megastore... «È questo approccio che rende la nostra azienda una delle più dinamiche sul mercato. Adesso e in avanti». Mi racconti il futuro, allora... «Prima le racconto il passato: una volta l’innovazione tecnologica era solo per pochi. Ora è cambiato tutto: c’è stata un’accelerazione verso il consumatore che per la prima volta è il segmento più innovativo del mercato ». E tornando quindi alla competitività: come lo si conquista? «Semplificando». Semplice. «Mica tanto: la tecnologia non è più solo numeri e non solo design. Il piacere estetico non basta più». E quindi? «Quindi i nostri lab stanno pensando già ai prossimi 5-10 anni. E la sfida è creare un ecosistema tecnologico». Prego? «Cioè un sistema in cui i nostri strumenti elettronici si parlino tra loro. Per semplificare la vita a noi». L’era dei robot, insomma. «No, l’era della semplicità».