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 2011  marzo 13 Domenica calendario

Furbo con targa straniera sfugge a 108 multe ma lo beccano dopo 3 anni - Se abiti in corso Venezia, di mestiere fai il consulente finanzia­rio e giri con un’auto da centomi­la euro, anche pagare una mega­multa può essere un trauma mo­desto

Furbo con targa straniera sfugge a 108 multe ma lo beccano dopo 3 anni - Se abiti in corso Venezia, di mestiere fai il consulente finanzia­rio e giri con un’auto da centomi­la euro, anche pagare una mega­multa può essere un trauma mo­desto. Chi ha assistito alla scena dice che la cosa peggiore per il si­gnor D.P., classe 1978, è stato ve­dersi circondato dagli sguardi di disapprovazione dei vicini di ca­sa. La scena è avvenuta tre giorni fa, di buon mattino. C’era D.P. as­sediato da una pattuglia di vigili urbani, un carro attrezzi che si preparava a portare via la sua Mer­cedes CL500, e gli altri abitanti del lussuoso stabile che si domanda­vano: «Ma cosa avrà combina­to? ». Cosa avesse combinato, è pre­sto detto: D.P. si è creato una resi­denza a Montecarlo. Può darsi che avere casa nel Principato, an­che se solo sulla carta, gli faccia risparmiare un po’ditasse. Ma ad esporlo al pubblico ludibrio è sta­to un benefit collaterale che il gio­vane manager si è concesso. Ap­profittando della targa monega­sca, per tre anni è andato in giro per Milano fregandosene di tutto ciò che assilla il milanese comu­ne: divieti di sosta, passi carrai, e soprattutto corsie preferenziali. Imboccare i percorsi riservati a bus e taxi era diventata un’abitu­dine. Non lo hanno mai pizzicato sul fatto, ma lo hanno immortala­to le telecamere.Una dopo l’altra, si sono accumulate a suo carico la bellezza di 108 contravvenzioni. D.P. non ne ha mai pagata nean­che una. Tanto, pensava, ho la re­sidenza a Montecarlo. Ma alla fine negli uffici della Po­lizia locale qualcuno si è accorto di quella interminabile serie di verbali intestati tutti alla stessa au­to, e ha deciso di mettersi sulle tracce della Mercedes CL500 e del suo disinvolto proprietario. Non è stato difficile, perché molte delle contravvenzioni erano riferi­te a divieti di sosta nello stesso tratto di corso Venezia. I ghisa­motoci­clisti del reparto Radiomo­bile della polizia locale a quel pun­to hanno deciso di andare di mat­t­ina presto ad appostarsi nella zo­na: dove, tanto per cambiare, la Mercedes faceva bella mostra di sè in divieto di sosta. Il piano dei vigili era semplice: portare via l’auto, e restituirla al proprietario solo dopo il saldo di tutte le multe arretrate. Proprio in quel momento però si è materia­lizzato il broker. Lì per lì, l’uomo non ha capito la gravità della si­tuazione: si è offerto di pagare la multa per divieto di sosta, e di an­darsene poi per la sua strada. Ma la pattuglia gli ha spiegato che il conto era ben più salato, e che se voleva rivedere la Mercedes dove­va pagare tutto. In contanti, per­ché in piazza Beccaria, al coman­do dei vigili, non si accettano nè assegni nè bancomat. A quel pun­t­o il sorriso si è bruscamente spen­to sulla faccia del giovin signore. Alla fine, D.P. si è convinto a se­guire la pattuglia in ufficio. Qui gli sono state notificate le multe ac­cumulate in questi anni: accor­pandole a mazzi, altrimenti la no­tifica sarebbe durata fino a sera. A D.P. è andata anche bene, perché una norma (francamente bizzar­ra) fa prescrivere le contravven­zioni dei finti stranieri molto più in fretta di quelle dei milanesi ve­ri. Ma la figura di cioccolato fatta davanti ai vicini di casa, quella per un pezzo non sarà dichiarata prescritta.