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 2011  marzo 15 Martedì calendario

Per risorgere il Pd ruba il motto alle imprese di pompe funebri - Finalmente hanno trovato il coraggio di darne il triste annun­cio

Per risorgere il Pd ruba il motto alle imprese di pompe funebri - Finalmente hanno trovato il coraggio di darne il triste annun­cio. Una comunicazione discreta, forse per non ferire gli affetti di chi ancora sperava che il Pd potesse ca­varsela. Così, con il dovuto tatto e la faccia di contrizione di ordinan­za ( quella di Bersani, che quella af­franta di Fassino è troppo tragica), i democratici hanno preso due pic­cioni con una fava: hanno scelto per la campagna elettorale lo slo­gan «Oltre»; non accorgendosi pe­rò che «Oltre» è anche la testata del «periodico dell’imprenditoria fu­neraria e cimiteriale ». Dai manife­sti elettorali a quelli mortuari. D’altronde la notizia non giunge inattesa: il Pd è un partito ridotto al lumicino. Quello che fa specie è che- anche senza sapere della cu­riosa coincidenza- gli stessi simpa­tizzanti democr­atici si erano accor­ti che la propaganda di Bersani so­migliava al Requiem : la scritta sbia­dita, la grafica lugubre degna di «non fiori ma opere di bene»,l’im­magine del segretario in un bian­co- e-nero da buon trisavolo conse­gnato all’eternità. Insomma, una mestizia da magone: «Mancavano i soldi per il colore? - aveva scritto Giovanni sul sito Pd - Sembra un annuncio funerario!». Ecco, ap­punto. Oltre i creativi,oltre i comu­nicatori, oltre la politica c’è la vera anima del partito: una dolente ve­dovanza di idee e prospettive. Certo, a ben vedere anche con Prodi non era proprio il carnevale di Rio.Lo slogan nel ’96 era«la sere­nità al potere». Mancavano giusto i crisantemi, forse equivocabili con i garofani di craxiana memo­ria. Eppure quella serenità che pro­fumava di eterno riposo servì alla sinistra per salire all’altare di Palaz­zo Chigi. Come nel 2006, quando lo slogan da grattatio pallorum «E tu arrivi a fine mese?» fece tornare il Professore al governo. Vuoi vede­re, si sarà detto Bersani, che per far­cela occorre la scaramanzia? Devastato dalle beghe interne, dalle primarie catastrofiche e dal lutto di un programma scompar­so, il Pd ricorre all’ultima arma: Ol­tre magazine sostituirà l’Unità co­me giornale di partito. Invece degli editoriali frou frou di Concita De Gregorio sul «vento di democrazia in Egitto» (che ha portato una ditta­tura militare, vabbè), un bell’arti­colo sulla cremazione delle spe­ranze di rovesciare Berlusconi, fini­te sistematicamente in fumo; inve­ce delle vignette di Staino, un grafi­co sulle tecniche per issare perfet­tamente in spalla la cara salma del governo ombra; invece dei corsivi caustici contro il premier,un’iscri­zione di impotenza politica su pre­giato marmo di Carrara. Vabbè, coincidenza e giochino fi­ne a se stesso, d’accordo. Eppure, se digitate «oltre» su Google , trova­te il sito di una linea di abbiglia­mento caratterizzata da «colori te­nui e tessuti impalpabili»: tenui e impalpabili, come i pochi e confu­si punti fermi del Pd. Oppure trova­te «Oltre», disco di Claudio Baglio­ni con il pezzo Domani mai , sinte­si perfetta del futuro che aspetta i democratici se non si daranno una mossa e una linea. Resta il fatto che, se i Ds avevano la Quercia e Prodi l’Ulivo,il Pd ha come simbo­lo il cipresso, albero perfetto per un partito che si presenta - parola dei fan - «rassegnato, perdente e immobile». Quindi che dire, segretario Ber­sani? Si dia un tono e un volto ener­gico e non parta già con la smorfia dello sconfitto in partenza. E rileg­ga a suo modo Foscolo: «Sol chi non lascia eredità di voti poca gio­ia ha dell’urna». Elettorale, si intende.