Roberto Galullo, Il Sole 24 Ore 15/3/2011, 15 marzo 2011
IN LOMBARDIA LA ’NDRANGHETA ENTRA ANCHE NELLA LOGISTICA
Un punto di svolta nell’economia criminale lombarda, la logistica e uno nella società criminale lombardo-calabrese, il controllo ferreo del territorio.
L’operazione "Redux-Caposaldo" che ieri ha portato all’esecuzione di 35 ordinanze di custodia cautelare in carcere, chieste dalla Dda di Milano e disposte dal gip Giuseppe Gennari, rafforza l’intuizione della Procura nazionale antimafia che nella relazione di fine 2010 aveva parlato di «colonizzazione della ’ndrangheta in Lombardia».
L’operazione svela che la cosca Flachi (nella quale, secondo la Dda, non è coinvolto solo il boss Pepè ma anche membri della famiglia, lombarda a tutti gli effetti, da anni presente nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro e ritenuta vicina al clan Pesce di Rosarno) aveva diversificato i propri interessi nella logistica, attraverso i servizi di distribuzione della Tnt, che in tutto il mondo si occupa della consegna di pacchi e posta a domicilio (la società ieri ha escluso un coinvolgimento nelle indagini). La Tnt non risulta in alcun modo coinvolta nelle indagini. Il sistema era quello del subappalto per la Lombardia, effettuato con consorzi e cooperative di trasporto che hanno camion di proprietà. Un controllo che durava da un paio di anni anche se la presenza della ’ndrangheta in questo settore era già stata segnalata nel tempo.
L’ordinanza – con la quale è stato anche disposto il sequestro di oltre due milioni di beni e nella quale entrano personaggi come Paolo Martino e Giuseppe Romeo – porta alla luce un’associazione segreta di stampo mafioso dedita a estorsioni, smaltimento illecito di rifiuti e traffico di droga.
Quel che inquieta è il controllo, anzi in certi casi il dominio del territorio, come dimostra il pizzo imposto agli ambulanti che vendono prodotti commerciali e alimentari nei punti strategici di Milano. Il gip Gennari sottolinea che «giammai il dominio del clan è posto in discussione da chi subisce queste regole e le regole le scrivono i calabresi e non si discute». I magistrati segnalano l’assoluto silenzio delle parti lese, anche quando vengono incendiati mezzi e chioschi. Nessuna denuncia. Segno che la "colonizzazione" è più reale di quanto le pagine di una relazione antimafia possano descrivere.
Del resto chi prova a opporsi fa una brutta fine. Il minimo che possa capitare è trovarsi il furgone incendiato. «Il capillare controllo del territorio operato dal gruppo Flachi in modo durevole nel tempo – continua il gip – presuppone un’organizzazione di mezzi e persone assolutamente rilevante e intrinsecamente convincente che solo una presenza criminale consolidata può assicurare».
Nell’ordinanza c’è spazio per la disinvoltura con la quale il clan usufruiva di ospedali pubblici per tenere le proprie riunioni e anche per il supposto interessamento per la campagna elettorale dell’ex consigliere regionale del Pdl Antonella Maiolo, non indagata, che alle scorse elezioni ha ottenuto 5.714 voti risultando la seconda dei non eletti. «Ho sempre avuto i miei voti, non credo di aver usufruito di questi servizi», questa la sua replica, mentre il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ricordato che comune e istituzioni devono essere ancora più unite.