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 2011  marzo 15 Martedì calendario

AGLI ASSICURATORI UN CONTO DA 35 MILIARDI

Il terremoto giapponese si abbatte sul mercato mondiale delle polizze. I disastri naturali nel paese asiatico potrebbero comportare perdite tra i 15 e i 35 miliardi di dollari a carico delle imprese assicuratrici e riassicuratrici di tutto il mondo.

Le stime, elaborate dal centro di calcolo Air Worldwide sono state rilanciate ieri dall’agenzia di rating Moody’s. Non incorporano pienamente gli effetti dello tsunami e le conseguenze dei danneggiamenti ai reattori nucleari nipponici.

In assoluto non sono le proiezioni più nefaste - uno studio di Panmun Gordin ieri ipotizzava danni per 60 miliardi di dollari – ma già collocano l’evento sismico di venerdì scorso al secondo posto nella classifica delle peggiori perdite assicurative degli ultimi 40 anni, subito dopo l’uragano Katrina del 2005 (71,2 miliardi).

Le conseguenze nei mercati borsistici sono state immediate e ondate di vendite hanno colpito ieri soprattutto i titoli riassicurativi. Le azioni di Munich Re, hanno perso il 3,4 per cento a Francoforte (a quota 108 euro). La caduta di Swiss Re a Zurigo ha la stessa magnitudo (-4,5%, a 49,36 franchi svizzeri) e anche Scor a Parigi ha perso il 3,4 per cento.

Le previsioni sono nere anche per il mercato londinese dei Lloyd’s i cui sindacati sono spesso capofila dei trattati mondiali di riassicurazione. Un impatto immediato vi sarà ovviamente sul mercato assicurativo giapponese dei rami danni che per l’86 per cento è concentrato su tre grandi operatori (Tokio Marine group, MS&AD Insurance group e Nksj group). Tra le grandi major mondiali ieri Axa ha dichiarato di non aspettarsi «un impatto materiale finanziario diretto» dal terremoto.

Gli eventi sismici in Giappone sono coperti da un pool riassicurativo (il Japan Earthquake Reinsurance) che ha una capacità complessiva di circa 70 miliardi di dollari anche se, per gli eventi di questi giorni, la sua esposizione complessiva – stima Moody’s – potrebbe essere di circa 7,4 miliardi.

Incerte sono anche le conseguenze assicurative dei danni alla centrale nucleare di Fukushima. Le coperture per impianti nucleari normalmente escludono i terremoti e i trattati di protezione degli impianti industriali hanno come clausola di esclusione la contaminazione nucleare. Pertanto – è la stima di Swiss Re – è «improbabile» che l’incidente al reattore abbia un «significativo impatto», sulle compagnie danni.

In un’area intensamente popolata la difficoltà dei periti è anche quella di stimare la correlazione dei danni. Ad esempio alcuni impianti industriali di importanti aziende giapponesi hanno ridotto, se non bloccato, le linee produttive e questo potrebbe far scattare le coperture per l’interruzione delle attività. L’entità dei danni assicurativi è tale – sottolinea l’agenzia Fitch – da fare da «catalizzatore per un positivo cambiamento nel ciclo dei prezzi».