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 2011  marzo 15 Martedì calendario

LA NEW TORK DI BLOOMBERG RISCOPRE IL FRONTE DEL PORTO

New York punta sulla sua naturale vocazione marina e vara un piano da 700 milioni di dollari in tre anni messo a punto per realizzare un sesto quartiere costituito da tutte le zone acquatiche della City. Un progetto ambizioso con il quale Michael Bloomberg vuole creare una Marina di New York con spiagge, lungofiumi, attività acquatiche e infrastrutture. «I tratti costieri della città sono molto più lunghi di quelli di Seattle, San Francisco, Chicago e Portland messi insieme - spiega il sindaco durante la presentazione del dossier -. Per decenni tuttavia queste zone sono rimaste inaccessibili o impraticabili».

Il piano per il «Sesto Borough» si inserisce in un più ampio progetto di oltre tre miliardi di dollari che punta a cambiare radicalmente il volto del litorale cittadino. La parte più consistente, 2,57 miliardi di dollari, è gestita dal dipartimento di Protezione ambientale della City che si finanzia principalmente con la gestione delle acque. Il resto, 700 milioni di dollari, sarà invece realizzato con i fondi del Comune. Il denaro servirà per acquistare tratti di costa, migliorare lo stato delle spiagge demaniali e la qualità delle acque, proteggere alcune aree paludose del litorale, creare parchi acquatici pubblici, avviare attività di trasporto sull’acqua, dar vita a itinerari costieri. Sarà inoltre costituita una nuova flotta di traghetti per i collegamenti con gli altri quartieri.

Il progetto consiste in 130 iniziative separate - alcune in fase di realizzazione, altre da inaugurare - che abbracciano l’intero perimetro acquatico dei cinque «borough», da Manhattan a Brooklyn, dal Queens al Bronx, fino a Staten Island. Una monumentale operazione di restyling per la riqualificazione di una zona litoranea di circa 800 km, bagnata dalle acque di Hudson River, East River e Oceano Atlantico. L’obiettivo è completare il tutto entro dicembre 2013, ovvero prima della fine del mandato di Bloomberg.

Sono tre le direttive sulle quali si snoda il piano per la realizzazione della «Marina di New York», secondo il dossier di 190 pagine presentato ieri. Quaranta milioni di dollari saranno investiti nell’acquisto di oltre 200 mila metri quadrati di parchi e tratti costieri, tra cui Throgs Neck, nel Bronx, Williamsburg a Brooklyn, Long Island City nel Queens e Fresh Kills a Staten Island. Circa 320 milioni serviranno invece per riqualificare spiagge, creare strutture sportive e ampliare zone verdi in aree come Battery Park, punta più a Sud di Manhattan, Brooklyn Navy Yard e Randall Island. Oltre 170 milioni andranno infine ai trasporti e alla navigazione turistica, con flotte di traghetti e altre imbarcazioni e la ristrutturazione di moli e hub portuali in diverse aree della City. Si tratta di interventi mirati sia sui grandi ponti che collegano le cinque grandi zone di New York, sia sui parchi, alcuni già in corso di realizzazione, come il Brooklyn Bridge Park e l’East River Esplanade. Saranno bonificate anche molte delle «wetlands», le zone paludose che circondano la città, dove verranno creati appositi percorsi per canoe e kayak. Ci sono poi le iniziative del dipartimento dell’Ambiente, come il trattamento delle acque e la protezione della flora e della fauna marina, che rientrano nel più ampio progetto «Vision 2020».

«La nostra zona costiera e i nostri percorsi d’acqua - puntualizza Bloomberg - rappresentano un asset di inestimabile valore, e quando il lavoro sarà finito, il litorale di New York City sarà di nuovo riconosciuto come uno dei più belli al mondo». Lo slancio di entusiasmo del sindaco è comune a molti: Steve Spinola, del comitato per il mercato immobiliare di New York, sostiene che il fronte del porto è stato per troppo tempo un «bene sconosciuto». «Il progetto è ambizioso - precisa - ma il problema è che convincere la gente ad andare nel sesto borough per lavorare, vivere o semplicemente passare del tempo libero richiede grandi sforzi». Oltre agli spazi da riqualificare e alle infrastrutture da realizzare, la Marina di New York «necessita di investitori, gente motivata che contribuisca alla sua gestione e manutenzione, altrimenti si rischia il naufragio».